#immigrati

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Agli operai italiani migranti di Zurigo, Francoforte, Amburgo.

Potere Operaio, dicembre-gennaio 1970/71.

«Il nostro tempo di lavoro dà il ritmo al più alto livello di produttività in tutta Europa. I carichi di lavoro sono più duri per noi perchè i padroni ricattano noi, gli ultimi arrivati.
I quartieri, i villaggi con il filo spinato attorno, le sporche baracche per gli immigrati sono altrettanti ghetti in cui ci rinchiudono, dopo averci sfruttati, per dividerci dai compagni di lavoro del luogo. Spezzano le nostre famiglie perchè non vogliono i nostri figli nelle loro scuole, nei loro ospedali, nella loro società.
Nell'Europa dei padroni ci hanno spogliato di tutto e ci hanno ridotto ad essere una busta paga - sempre insufficiente - che ci danno e ci tolgono a seconda dell'interesse del loro sporco sviluppo.
E per di più non dovremmo scioperare: secondo i padroni non abbiamo il diritto di lottare perchè siamo ospiti del paese che ci dà lavoro.
E invece abbiamo imparato che il nostro lavoro sta alla base della immensa ricchezza dei padroni di tutta Europa e che son loro gli ospiti ingombranti e i ladri della nostra vita. […]

L'unico posto in cui stiamo bene è dove le cose cambiano. E solo noi, con la nostra lotta, le possiamo cambiare.»

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