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 De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c De l’aigle à la louveMonnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soiA c

De l’aigle à la louve

Monnaies et gemmes antiques entre art, propagande et affirmation de soi

A cura di Matteo Campagnolo e Carlo-Maria Fallani
Fotografie di Luigi Spina

5 Continents, Milano 2018, 424 pagine,  356 illustrazioni a colori, lingua francese

euro 90,00

Quest’opera si rivolge sia agli appassionati di antichità che di zoologia. Analizza in modo rigoroso ma allo stesso tempo di facile leggibilità circa cento venti monete della Repubblica romana – raccolte da tre generazioni di collezionisti illuminati – intagli, cammei e paste di vetro.
Le monete d’argento non erano destinate solamente agli scambi commerciali, al pagamento dei soldati e delle imposte. Esse erano un mezzo per divulgare la propaganda politica, i credi religiosi, storie e leggende che consolidavano la reputazione di quelle famiglie che cercavano di affermare il prorio status in città. Sui sigilli la gente raffinata faceva incidere il proprio “biglietto da visita”, un simbolo distintivo come un animale o un’altra figura dal quale si aspettava protezione e conforto e dal quale traeva fiducia in se stessa. Talvolta ne faceva copie in vetro da distribuire agli amici. È perciò evidente come questi oggetti dai molteplici significati costituiscano una documentazione preziosa e sconfinata.
L’originalità di De l’aigle à la louve, così come l’ha concepito il collezionista Carlo-Maria Fallani, è data dal confronto tra monete e gemme (intagli e cammei). Le foto di Luigi Spina e i testi che le accompagnano fanno sì che questi pezzi antichi ci parlino, uscendo da un silenzio millenario.

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