#la straniera

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Bello, doloroso e forse un tantino troppo drammatico.
Tramite questo libro entriamo nella vita dell'Architetto e di Amina, entrambi arabi di origine che si trovano in Italia - precisamente a Torino.
L'Architetto è uno dei primi immigrati, quelli che fanno richiesta di studio. Viene per studiare, e poi infine decide di restare a lavorare. Si sposa ma la moglie lo lascia. Vive così da solo, nel suo appartamento vuoto, con il dolore di un matrimonio fallito, la malinconia della propria terra, la mancanza della propria famiglia. Per quanto sia un immigrato è riuscito, per così dire, ad integrarsi in Italia. Vive tra il ricordo del proprio Paese, delle proprie tradizioni e della propria mentalità e tra la novità, l'integrazione della nuova cultura, tradizione e mentalità.
Un giorno, tramite un amico, incontra Amina. Tra loro nasce subito una forte intesa, condividono sentimenti ed emozioni troppo simili.
Amina però è una prostituta. Ha una storia davvero brutta alle spalle e fa la prostituta per sopravvivenza, perché lei è clandestina, lei non è in regola e nessuno accetta di farla lavorare, e se accetta la fa lavorare in nero, sfruttata e sottopagata.
L'incontro non sarà uno ma di più; per Amina è amore a prima vista ma sa che lui non l'accetterà mai, perché la cultura araba non accetta che una loro donna possa svolgere quel tipo di lavoro.
Il libro è davvero triste, a tratti emozionante. Viene raccontato da i punti di vista di entrambi, vengono raccontati i loro ricordi, descritti i loro paesaggi, la loro famiglia, la loro cultura, i loro modi di pensare.
Credo sia un libro abbastanza buono per poter capire almeno un po’ il pensiero arabo, un pensiero molto chiuso, ristretto, dove la donna prima è comandata dalla famiglia e poi del marito, dove la donna conta poco come pensiero. L'Architetto, infatti, dovrà fare i conti con il pensiero “installato” dalla propria cultura e il pensiero italiano adottato dopo tanti anni in Italia.
Ogni tanto, tra i ricordi e la realtà, troviamo scritte alcune poesie che però distraggono un po’ dalla lettura, ma sono apprezzabili. Avrei preferito un finale diverso.
La scrittura è scorrevole, delicata quasi, semplice ma non banale.

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