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pixography:Salvador Dali ~ “Geopoliticus Child Watching the Birth of the New Man”, 1943In a break

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Salvador Dali ~ “Geopoliticus Child Watching the Birth of the New Man”, 1943

In a break from Surrealism, Dali reacted against the abstraction of modern art, turning to the Renaissance for inspiration. Looking to the past coincided with his renewed interest in Catholicism, and his imagery shifted from the personal to the more universal symbols of science and religion. While working on this painting, Dali jotted down the following list of words which help summarize the period of change: “Parachute, paranaissance, protection, cupola, placenta, Catholicism, egg, earthly distortion, biological ellipse.”

Geopoliticus Child reflects the new-found importance America held for the world and for Dali. The man breaking from the egg emerges out of the “new” nation, America, signalling a global transformation. Africa and South America are both enlarged, representing the growing importance of the Third World, while Europe is being crushed by the man’s hand, indicating its diminishing importance as an international power. The draped cloth above and below the egg represents the “placenta” of the new nation which, as Dali shows with a drop of blood, can only be born through much pain and suffering. An androgynous older figure stands in the foreground and points to the emerging man, acknowledging the birth of this global transformation. The cowering child with its long shadow – the “Geopoliticus Child” of the title – represents this new age.<source>


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Skull with its Lyric Appendage Leaning on a Bedside Table which should have the Exact Temperature of

Skull with its Lyric Appendage Leaning on a Bedside Table which should have the Exact Temperature of a Cardinal’s Nest (1934), Salvador Dalí / The Ultimate Jedi Who Wastes All the Other Jedi and Eats Their Bones, The Mountain Goats


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Inizia oggi, il primo Lunedì di questo Agosto, la dedica di KinemaTrip ad uno degli apici avanguardistici in campo artistico e cinematografico, il surrealismo. In questo primo appuntamento, a cui seguiranno incontri a cadenza settimanale, scopriamo cos’è il surrealismo.

É Guillame Apollinaire a coniare, nel 1917, il termine “surrealista” utilizzandolo nel proprio dramma Le mammelle di Tiresia, in cui i protagonisti vedevano le proprie ombre staccarsi dal corpo e parlare a sé stesse e con cui Apollinaire ribadisce l’intenzione e il bisogno dell’arte di abbandonare gli schemi tradizionali per affidarsi ad una nuova, sovversiva etica.

“SURREALISMO, s. m. – Automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente, sia per iscritto, sia in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale.”

É con questo brano che André Breton, fondatore del movimento surrealista, apre il primo Manifesto del Surrealismo nel 1924, evocando il termine coniato sette anni prima, donandogli una nuova funzione ma rispettando le intenzioni del suo ideatore. Nato come movimento letterario, e poi apertosi alle arti figurative, il surrealismo succede al fallimentare dadaismo, ritrovatosi dopo poco in uno stagnante vuoto intellettuale e produttivo. Ma il movimento fondato da Breton rivela velocemente di essere più funzionale della precedente avanguardia, proponendosi di scavare nelle profondità dell’animo umano, esplorandone l’inconscio e riproducendone l’iter irrazionale e incontrollato.
Il surrealismo porta a galla elementi della psicologia umana mai, fino ad ora, così palesemente analizzati dall’arte letteraria e figurativa. La possibilità di esaminare liberamente i propri limiti, mettendo nero su bianco ossessioni e paranoie affascina diversi esponenti dell’arte  contemporanea, quali Joan Miró , Antonine Artaud, René Magritte, che dal Dicembre del 1924 contribuiranno alla crescita della rivista “La Révolution Surréaliste”, su cui vengono pubblicati diversi interventi, come la celebre inchiesta sulla sessualità nel n.11 della rivista (Marzo 1928) e “Il Cinquantenario dell’Isteria. 1878-1928”1 firmato da Breton e Louis Aragon.

Gli artisti aderenti al surrealismo esaminano i propri fantasmi, mettendo a disposizione del pubblico manifestazioni figurative di sessualità repressa o deviata, comportamenti mentali tipici dell’inconscio represso dalle norme sociali, religiose, culturali, avvertite dai surrealisti come strette e inadeguate alla libertà instintiva dell’animo umano. Il mondo agognato dai surrealisti, a partire da quello interiore e personale, è svincolato da tradizioni, caste ed eccessive sovrastrutture. La libertà intellettuale e morale dell’uomo è da ricercare, quindi, nei residui primitivi propri dell’essere umano.
Fino alle avanguardie l’arte ha cercato di parlare dell’umanità attraverso la bellezza, ora i surrealisti si impegnano ad esaltare ciò che ancora non era stato neanche considerato “cultura”. La spazzatura, sempre evitata dall’arte canonica, lo studio del brutto e del grezzo, l’ammissione di immagini vergognose e riprorevoli, acquisiscono dignità diventando nuovo mezzo di analisi.  Così i surrealisti rivalutano il cinema popolare di Méliès e gli scritti del Marchese de Sade, lungamente disprezzati dalla cultura alta, divengono i testimoni di una nuova estetica: quella del primitivo e del grezzo, dello sporco e dell’osceno. E i surrealisti, affamati di sovversione e rivoluzione, sono i fondatori della nuova, eccezionale estetica che non bada alle tradizioni ma anzi mira a distruggerle.

Al prossimo incontro, con “l’automatismo psichico puro” ed i suoi metodi!

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1. «La crisi isterica prende forma a spese della stessa isteria, con la sua aura superba e i suoi quattro periodi (di cui il terzo ci rievoca alla stessa maniera i tableaux vivants più espressivi e più puri, la cui risoluzione è tanto semplice nella vita normale. L’isteria classica perde i suoi tratti nel 1906: “L’isteria è lo stato patologico che si manifesta attraverso dei disturbi che è possibile riprodurre per mezzo della suggestione, presso certi soggetti, con un’esattezza perfetta, e che sono suscettibili di sparire sotto l’influenza della sola persuasione (controsuggestione)” (Babinski).
Noi non vediamo, in questa definizione, che un momento del divenire dell’isteria. Il movimento dialettico che l’ha fatta nascere segue il suo corso. Dieci anni più tardi, sotto il deplorevole travestimento del pitiatismo, l’isteria torna a riprendersi i suoi diritti. Il medico resta stupefatto. Egli vuole negare ciò che non gli appartiene.
Proponiamo dunque, nel 1928, una nuova definizione di isteria: L’isteria è uno stato mentale più o meno irriducibile che si caratterizza per la sovversione dei rapporti che si stabiliscono tra il soggetto e il mondo morale di cui egli crede in pratica di appartenere, al di fuori di qualsiasi sistema delirante. Questo stato mentale è fondato sul bisogno di una seduzione reciproca, che spiega i miracoli prematuramente accettati come suggestione (o contro-suggestione) medica. L’isteria non è un fenomeno patologico e può, sotto ogni punto di vista, essere considerata come un mezzo supremo d’espressione»  Breton, A, Aragon, L. (1928) da “Le cinquantenaire de l’hystérie. 1878-1928″, La Révolution Surrealiste, 15 marzo 1928

regardintemporel:Salvador Dali - Les Yeux SurréalistesAlso

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Salvador Dali - Les Yeux Surréalistes

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my friend Mike’s mental image of me doing art.  probably.

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“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter“XAI” Nightstand,The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Inter

“XAI” Nightstand,

The concept for the pieces was derived from the artist’s 1942 painting “Interpretation Project for a Stable–Library,” in which a young woman nestles among sheep and lambs on the floor of a study-cum-barn. To her right, one of the lambs serves as a nightstand, with a drawer in its flank and a telephone on its back.

BD Barcelona created 20 individual white and one black sheep in collaboration with the famed Parisian taxidermy firm Deyrolle, which had worked on multiple projects with Dalí throughout his career. 

The skins were ethically sourced from a meat-processing plant, so no animals were sacrificed for these works. 

The name of the design, Xai, is Catalan for “Lamb.”

Lambs designed by Salvador Dali, Manufactured by BD Barcelona and Deyrolle,

Animal Skin, Brass, Wood,

Height: 27.96 in. (71 cm), Width: 34.26 in. (87 cm), Depth: 10.24 in. (26 cm),

Salvador Dali, “Interpretation Project for a Stable-Library,” 1942, 

Photo © 2022 Salvador Dalí, Fundació Gala-Salvador Dalí, Artists Rights Society


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free-parking:Salvador Dalí — The Eye of Time, 1949, platinum, rubies, and diamonds

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Salvador Dalí — The Eye of Time, 1949, platinum, rubies, and diamonds


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Still from Un Chien Andalou, Luis Buñuel and Salvador Dalí, 1929

Still from Un Chien Andalou, Luis Buñuel and Salvador Dalí, 1929


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Salvador DalíMénagère (Cutlery Set) 1957

Salvador Dalí
Ménagère (Cutlery Set) 1957


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