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21 • 03 • 2015    ☛☛☛☛☛☛☛☛   barbecue

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Làbora Adieu?

E se Piazza dei Truogoli fosse stato solo un sogno?

Quando non si è una multinazionale del tabacco, una squadra di calcio, un pilota salvabambine, un capo di stato fratturato, un ex capo, oppure una grande catena di vestiario fatto di cartone del Bangladesh che lascia il posto ai “cinesi”, si tende a vivere la propria fine nell’oblio e nell’anonimato. Tuttavia nulla muore, nulla si distrugge, ma tutto si trasforma. Come anche i più distratti si saranno accorti passando per Piazza dei Truogoli, ammesso che qualcuno di voi ci passi ancora, lo spazio Làbora ha cessato di esistere.

In che senso? Ha chiuso. 
Perché? I più grideranno alla Crisi.
Siete tra loro? Non tutti siamo perfetti.

 



Riassunto in prima persona:

“ho assistito a qualche rissa, partecipato anche ad una di queste, mi sono barricato all’interno del locale con un cliente mentre due forzuti&ordinati in borghese utilizzavano come pungiball un ragazzo sudafricano schiacciandogli il viso contro la mia porta vetri; sono stato oggetto di un’aggressione, due furti; ho raccolto 15 piccioni morti, uno semimorente, 5 topattoli, un numero non bene precisato di merde, e vi posso assicurare che da quelle di piazza dei truogoli non sono mai nati dei fiori.

Ho spazzato la piazza, pulito il quartiere, fatto lo sbirro, lo spazzino, l’operatore ecologico e qualsiasi altro tipo di operatore e di opera. Ho iniziato a pensare che l’unica mia opera fosse quella buona a titolo gratuito. Poi l’Inps, l’Inail, l’Arte, l’Aster, l’Ulster, il Welfar e i Wurstel mi hanno svegliato.

Mi si è allagato il locale una volta - di popò, ai piani alti andavano molto; hanno sventrato lo stesso locale perchè i medesimi inquilini a capodanno buttano le cose vecchie fuori dalla finestra e pure dentro al lavello. Sono entrati tre volte nei locali per ripulire i tubi di scarico - che attraversano in due l’ex Làbora - dai cocci dei piatti, dal sapone (ammesso che lo utilizzassero), dai mattoni, dai merdoni, dai peli e capelli diventati ormai peluches della Trudi. Qualcuno ha disperso la suocera. Qualcuno ci ha infilato la cocaina. 
Noi invece abbiamo utilizzato la coccoina per affiggere, incollare, impiastrare e appicciccare quello che il Comune doveva almeno solo stampare: la comunicazione per sensibilizzare tutti Voi. Ma si sa, mal Comune, tanto gaudio. Di tanti soldi, solo i sogni sono rimasti a noi.

E sono stati solo cinque anni.

Di questi cinque anni mi rimangono i ricordi, i visi della gente conosciuta, i nuovi amici, i pochi passanti, e due chiazze ampie e spaziose sulla fronte, che scoperte, si abbronzano sempre ad ogni inizio di primavera.”

Come sempre però non ci possiamo dimenticare degli “amici”, e bisogna ringraziare le persone, nella buona e nella cattiva sorte. Grazie Dott. Marini, grazie Dott. Folli, che con le vostre non idee, al pari di quelle dell’Ingegner Cane, rimarrete nella storia e nella mia triste memoria. Ringraziare tutti è difficile, mi limito a concedermi in un ulteriore grazie al Patrimonio e agli Uffici dello Sviluppo, a Genova bloccatosi probabilmente nell’età puberale.

 



Abbiamo investito risorse personali, ma appunto nulla si distrugge, tutto si trasforma. Innanzitutto le idee, quelle sono dure da abbandonare; quindi persistono. Sono dure da cambiare, nella buona e nella cattiva sorte. Mutano i sistemi, le persone, quando queste sono condivise. Ma condividere le proprie idee è un po’ come condividere una parte di se stessi, bisogna essere grandi per farlo.

Ma quindi, che fine hanno fatto queste idee? Verso la fine [magari] di questa triste storia ci si accorge che oltretutto, altrove, c’è un mondo e gira. E indipendentemente da te, gira. Anzi. Più te stai fermo, più lui gira. Un calcio in culo alla solita mentalità, ci si incontra, diverse realtà per costruire un qualcosa di più grande di Làbora, ma in grado di condividerne e contenerne le idee: il Totem Collective Studio. Certo, quando si vuole costruire una realtà, l’identità è difficile da far maturare, e non sembra mai abbastanza adulta per uscire fuori, in mezzo alla strada, tra i colpi incrociati della lotta tra famiglie, dove tutti pensano agli affari loro, ma appartengono ad un gruppo.  

Nasce così Totem, nel delirio di ogni entità giovane. Un luogo dove ci si incontra per lavorare, per imparare e accrescere, definibile in epoca contemporanea in svariati modi: coworking, studio, collettivo - come lo si preferisce insomma.

Un luogo di incontro a 360°, in cui non si vuole essere la strada maestra, ma il fulcro, perché utilizzando le parole di un grandissimo mentore “nessuno ci ha ordinato di fare fotografia, quindi perchè non farla bene?”. Da qui parte il mondo Totem.
L’area professionale, l’area associativa, i vari blog, i corsi e i workshop. Un gruppo di persone deve essere un sistema strutturato che ruota attorno ad un oggetto comune, ma che non si deve limitare ad andare in un’unica direzione: il nostro oggetto è l’immagine, la fotografia fatta bene.

Cmq si, lo spazio Làbora in Piazza dei Truogoli di Santa Brigida ha definitivamente chiuso.

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