#correre
“ E quando ho incontrato me stesso
Mentre correvo di notte
Gli ho urlato di odiarlo contro
E lui ha diviso le rotte
Ma guarda che strana la sorte
Oggi che mi sento bene
Io lo rincontro per strada
E gli chiedo di ridere insieme. “
— Ultimo, Sogni Appesi
compagni di corsa
Ogni giorno, durante la corsa mattutina, incontro un anziano signore anche lui impegnato nella sua camminata sportiva. Ci incrociamo nel tratto di strada che attraversa i giardini.
Io, con la mia andatura veloce, il mio abbigliamento termico, il monitoraggio cardiaco e GPS.
Lui, con la sua comoda tuta in acetato bicolore, un passo caparbio aiutato da ampi movimenti alternati delle braccia e con la serenità di chi conosce bene il ritmo del proprio cuore e la strada di casa.
Ormai ci riconosciamo da lontano.
Lui mi vede e accelera il passo, come a voler avvicinarsi il più velocemente possibile al sogno della mia età. Io invece rallento per dimezzare le distanze tra le nostre vite.
Al momento dell’incrocio lui sorride sempre. Ho imparato a farlo pure io.
Alza il braccio sinistro con la mano aperta in segno di saluto. Come si fa tra amici, coetanei, sportivi di pari livello.
Nella mano destra tiene invece stretto in pugno un mazzolino di fiori di campo, sempre diversi, piccoli, coloratissimi, forse felici di essere stati raccolti.
Chissà a cosa o a chi saranno destinati.
Onoreranno una foto custodita in casa, renderanno più bello il tavolo in cucina o semplicemente gli faranno colorata compagnia durante il tragitto.
Ci allontaniamo ognuno verso la nostra direzione.
Da qualche tempo ho imparato a fermarmi e guardalo mentre si allontana con la sua andatura marziale, incerta e dignitosa, con il suo mazzolino profumato e la sua vita stretta salda tra le dita.