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di Emanuela D’Alessio

Proseguono le interviste dei Serpenti con Fabio Bartolomei. Lo avevamo conosciuto nel luglio 2011, al Circolo degli Artisti. Eravamo tutti esordienti, lui con il romanzo Giulia 1300 e altri miracoli (e/o), e noi con il blog Via dei Serpenti. Qui la nostra prima intervista. Lo abbiamo ritrovato “Libraio per un giorno” alla libreria Pagina 348 il 29 marzo. E riprendiamo da qui.

Ti avevamo lasciato alle prese con il tuo secondo romanzo, che è diventato La banda degli invisibili. Lavoravi come pubblicitario e scrivevi dopo le otto di sera. Sono passati tre anni. Che cosa è successo nel frattempo?
Nel frattempo è uscito We are family, ho smesso di lavorare come pubblicitario e di scrivere dopo le otto di sera. Adesso posso iniziare comodamente alle otto del mattino.

L’iniziativa “Libraio per un giorno” di Pagina 348 sta avendo molto successo. Come è andata la tua esperienza?
È stato bello, divertente, faticoso. Sono stato libraio per meno di quattro ore e la mia stima verso i librai a tempo pieno è cresciuta a dismisura. Senza contare che ho lavorato con un ruolo privilegiato, i clienti si sono fidati ciecamente dei miei consigli e non mi sono capitati dei casi difficili tipo “Buongiorno, dovrei fare un regalo al fratello di una mia amica, non lo conosco, non so nemmeno se sia il caso di regalargli un libro. Cosa mi consiglia?”. Nel ruolo di libraio-veggente avrei fatto una pessima figura.

Quali libri hai consigliato e quali “hai venduto”?
Tra gli altri ho consigliato, e venduto, Il cappotto di Nikolaj Gogol, Ho servito il re d’Inghilterra di Bohumil Hrabal, Furore di John Steinbeck, L’amica geniale di Elena Ferrante, Full of  life di John Fante.

Qual è la tua libreria ideale? E chi è il libraio ideale?
Mi piacciono le librerie piccole, quelle che sono obbligate a scegliere. Mi piacciono i librai che danno la sensazione di non concepire alternative nella vita…

Continua a leggere l’intervista a Fabio Bartolomei (qui)

Via dei Serpenti

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