#letteratura
“Faccio tutto ciò che posso perchè il mio amore non ti disturbi, ti guardo di nascosto, ti sorrido quando non mi vedi.
Poso il mio sguardo e la mia anima ovunque vorrei posare i miei baci: sui tuoi capelli, sulla tua fronte, sui tuoi occhi, sulle tue labbra, ovunque le carezze abbiano libero accesso.”
Victor Hugo.
Sof’ja Kovalevskaja, Souvenirs d’enfance (nell’appendice del libro “La crisalide e la farfalla” di Gabriele Lolli)
Anaïs Nin, Diario V (1947-1955)
“Il ruolo dello scrittore è di dire non quello che possiamo dire tutti, ma quello che siamo incapaci di dire.”
Anaïs Nin, Diario V (1947-1955)
Anaïs Nin, Diario V (1947-1955)
Quattro. Pesanti come un colpo.
“A Cesare quel che è di Cesare, a Dio quel che è di Dio”.
Ma uno come me dove potrà ficcarsi?
Dove mi si è apprestata una tana?
S'io fossi piccolo come il grande oceano,
mi leverei sulla punta dei piedi delle onde con l'alta marea,
accarezzando la luna.
Dove trovare un'amata uguale a me?
Angusto sarebbe il cielo per contenerla!
O s'io fossi povero come un miliardario.. Che cos'è il denaro per l'anima?
Un ladro insaziabile s'annida in essa:
all'orda sfrenata di tutti i miei desideri
non basta l'oro di tutte le Californie!
S'io fossi balbuziente come Dante o Petrarca…
Accendere l'anima per una sola, ordinarle coi versi…
Struggersi in cenere.
E le parole e il mio amore sarebbero un arco di trionfo:
pomposamente senza lasciar traccia vi passerebbero sotto
le amanti di tutti i secoli.
O s'io fossi silenzioso, umil tuono… Gemerei stringendo
con un brivido l'intrepido eremo della terra…
Seguiterò a squarciagola con la mia voce immensa.
Le comete torceranno le braccia fiammeggianti,
gettandosi a capofitto dalla malinconia.
Coi raggi degli occhi rosicchierei le notti
s'io fossi appannato come il sole…
Che bisogno ho io d'abbeverare col mio splendore
il grembo dimagrato della terra?
Passerò trascinando il mio enorme amore
in quale notte delirante e malaticcia?
Da quali Golia fui concepito
così grande,
e così inutile?
Vladimir Majakovskij, “all’amato me stesso”
«Sappiamo di venire dal vento, e di doverci tornare. Sappiamo che la vita tutta è forse un nodo, un groviglio, una macchia sull'uniformità dell'eterno. Ma perché mai questo dovrebbe renderci infelici? Amiamoci, piuttosto, lavoriamo e rallegriamoci. Io non credo nel dolore del mondo».
Edward Morgan Forster, “Camera con vista”
“Il loro era un grande amore. Ma tutti amano senza accorgersi della straordinarietà del loro sentimento. Per loro invece, e in questo erano una rarità, gli istanti in cui, come un alito d’eternità, nella loro condannata esistenza umana sopravviveva il fremito della passione, costituivano momenti di rivelazione e di un nuovo approfondimento di se stessi e della vita.”
Boris Pasternak, Il dottor Zivago
“Quando sento dire di rifare la vita, perdo il controllo di me stesso e mi prende la disperazione. Rifare la vita! Così può pensare solo gente che ne avrà anche viste di tutti i colori, ma che non ha mai conosciuto la vita, non ha mai sentito il suo spirito, la sua anima. Per costoro l’esistenza è un grumo di materiale grezzo, che il proprio contatto non ha ancora nobilitato e che perciò ha bisogno della loro rielaborazione. Ma la vita non è mai un materiale, una sostanza. La vita, se volete saperlo, è un elemento che continuamente si rinnova e rielabora da sé, che da sé si rifà e si ricrea incessantemente, sempre tanto più alta di tutte le nostre ottuse teorie.”
Boris Pasternak, Il dottor Zivago
“Si accorsero allora che solo la vita simile alla vita di chi ci circonda, la vita che si immerge nella vita senza lasciar segno, è vera vita, che la felicità isolata non è felicità.”
Boris Pasternak, Il dottor Zivago
Boris Pasternak, Il dottor Zivago
“Perché io con Leopardi lo avrei contemplato l'infinito.”
- Chiara
“Ricorda, le persone ti criticheranno sempre, che tu faccia o no qualcosa, si inventeranno sempre un nuovo film. Non prendertela, questo succede quando le persone non hanno nulla a cui pensare. Quindi passano il tempo ad inventarsi storie, proprio come i bambini. ”
-Chiara
“Allora ti ho stretta a me e per la prima volta ho baciato la tua bocca affamata e assetata. Ho posato le mie labbra esattamente sulle tue, anima contro anima, e la tua bocca era morbida e calda. (…) la mia anima si strugge quando ridi, quando tremi, quando ti stringi a me, perché, come nessuna delle donne che mi hanno abbracciato, so che tu ti stringerai a me completamente, nella tua interezza.”
-David Grossman, che tu sia per me il coltello
di Emanuela D’Alessio
Proseguono le interviste dei Serpenti con Fabio Bartolomei. Lo avevamo conosciuto nel luglio 2011, al Circolo degli Artisti. Eravamo tutti esordienti, lui con il romanzo Giulia 1300 e altri miracoli (e/o), e noi con il blog Via dei Serpenti. Qui la nostra prima intervista. Lo abbiamo ritrovato “Libraio per un giorno” alla libreria Pagina 348 il 29 marzo. E riprendiamo da qui.
Ti avevamo lasciato alle prese con il tuo secondo romanzo, che è diventato La banda degli invisibili. Lavoravi come pubblicitario e scrivevi dopo le otto di sera. Sono passati tre anni. Che cosa è successo nel frattempo?
Nel frattempo è uscito We are family, ho smesso di lavorare come pubblicitario e di scrivere dopo le otto di sera. Adesso posso iniziare comodamente alle otto del mattino.
L’iniziativa “Libraio per un giorno” di Pagina 348 sta avendo molto successo. Come è andata la tua esperienza?
È stato bello, divertente, faticoso. Sono stato libraio per meno di quattro ore e la mia stima verso i librai a tempo pieno è cresciuta a dismisura. Senza contare che ho lavorato con un ruolo privilegiato, i clienti si sono fidati ciecamente dei miei consigli e non mi sono capitati dei casi difficili tipo “Buongiorno, dovrei fare un regalo al fratello di una mia amica, non lo conosco, non so nemmeno se sia il caso di regalargli un libro. Cosa mi consiglia?”. Nel ruolo di libraio-veggente avrei fatto una pessima figura.
Quali libri hai consigliato e quali “hai venduto”?
Tra gli altri ho consigliato, e venduto, Il cappotto di Nikolaj Gogol, Ho servito il re d’Inghilterra di Bohumil Hrabal, Furore di John Steinbeck, L’amica geniale di Elena Ferrante, Full of life di John Fante.
Qual è la tua libreria ideale? E chi è il libraio ideale?
Mi piacciono le librerie piccole, quelle che sono obbligate a scegliere. Mi piacciono i librai che danno la sensazione di non concepire alternative nella vita…
Continua a leggere l’intervista a Fabio Bartolomei (qui)