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Paul Auster - A Trilogia de Nova IorqueLi este livro há precisamente um ano - foi-me oferecido por uPaul Auster - A Trilogia de Nova IorqueLi este livro há precisamente um ano - foi-me oferecido por uPaul Auster - A Trilogia de Nova IorqueLi este livro há precisamente um ano - foi-me oferecido por u

Paul Auster - A Trilogia de Nova Iorque

Li este livro há precisamente um ano - foi-me oferecido por um querido amigo no meu aniversário, e ele foi muito claro: “se adoras Nova Iorque, é o livro que tens que ler”. Comecei a lê-lo no dia seguinte e percebi imediatamete o que ele queria dizer: já o devia ter lido há pelo menos 10 anos!

Mas não é só por ser um apaixonada por Nova Iorque que fui confrontada com o facto óbvio de que estava perante um dos livros da minha vida: foi pela densidade das personagens; pelas ironias maravilhosas de Auster; pelas histórias tão surreais quanto potencialmente reais.

Nova Iorque tem uma incrível capacidade para nos fazer sonhar. É a cidade onde parece, de facto, que tudo é possível. São os arranha céus, os bairros super organizados ou não, as avenidas largas, as luzes, as pessoas, as infindas possibilidades de resultados das histórias que se entrecruzam em estações de metro, parques, jardins ou restaurantes. Ou museus. Ou bibliotecas. Ou bancos de jardins.

E tudo isso se reflecte neste livro de Auster: são três contos que se interligam em dezenas, centenas de variáveis deliciosas e envolventes, que nos põe a pensar na nossa própria existência e nos fazem perceber que as nossas vidas são uma ínfima parte de um universo muito maior e mais denso. Perdemos importância. Descentramos o mundo do nosso mundinho e percebemos que importamos pouco no grande esquema das coisas. No fundo, Auster é também um choque de realidade de que eu estava bastante precisada quando o li.
E claro!, para além de uma viagem imaginária por Nova Iorque, Auster conseguiu o resto que NÃO faltava da minha atenção ao fazer-me dar um salto a Paris (outra cidade do coração) exatamente com o mesmo nível de qualidade. E de histórias. Portanto, de que forma podia este não ser o livro escolhido para este projeto? Essa certeza é, aliás, assustadoramente reconfortante de alguma forma. É como voltar a casa.


Margarida Vaqueiro Lopes - 17 de Março de 2017


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Margarida Vaqueiro Lopes - Paul Auster / A Trilogia de Nova Iorque

Margarida Vaqueiro Lopes - Paul Auster / A Trilogia de Nova Iorque


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“What we want and what we get is rarely ever the same thing.”― Paul Auster, InvisibleArt

“What we want and what we get is rarely ever the same thing.”
― Paul Auster, Invisible


Artwork by Boo Saville


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“Neden mutsuzsun”? dedi.“Mutsuz değil, beceriksizim” dedim. Sizin gibi mutlu

“Neden mutsuzsun”? dedi.“Mutsuz değil, beceriksizim” dedim. Sizin gibi mutlu olduğumu sanmayı beceremiyorum, hepsi bu…

- Paul Auster


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Joyce ha scritto tre romanzi, - disse Tom. - Balzac novanta. Che differenza fa adesso noi?

-Kafka ha scritto il suo primo racconto in una notte.

Stendhal ha scritto La certosa di Parma in quarantanove giorni.

Melville ha scritto Moby Dick in sedici mesi. Flaubert è rimasto cinque anni su Madame Bovary. Musil ha lavorato diciotto anni all'Uomo senza qualità, ed è morto prima di riuscire a finirlo. Ci importa qualche cosa di tutto questo, ora?

La domanda sembrava non chiedere risposta. Milton era cieco. Cervantes aveva un solo braccio. Christopher Marlowe fu ucciso a coltellate in una rissa da bettola prima di compiere trent'anni. Sembra che il coltello gli abbia trapassato un occhio. Cosa dovremmo pensarne, noialtri?

-Non lo so, Tom. Dimmelo tu. -Niente. Un bel cavolo di niente. - Penso di essere d'accordo con te.

- Thomas Wentworth Higginson «corresse- le poesie di Emily Dickinson. Un trombone ignorante che definiva Foglie d'erba un libro immorale osò toccare l'opera della divina Emily. E il povero Poe, che mori pazzo e alcolizzato in un buco di Baltimora, ebbe la sventura di scegliere come curatore postumo della sua opera Rufus Griswold. Senza sapere che Griswold lo disprezzava, che quella sottospecie di amico e paladino avrebbe passato anni a tentare di distruggere la sua reputazione. Povero Poe.

- Eddie non era fortunato. Non lo era da vivo, e non lo è stato neanche dopo morto. Lo seppellirono nel 1849 in un cimitero di Baltimora, ma ci vollero ventisei anni prima che mettessero una lapide sopra la sua tomba. Un suo parente ne aveva ordinata una subito dopo la sua morte, ma fini in uno di quei macabri casini per cui ti chiedi chi ha le redini del mondo. A proposito di follia umana, Nathan. Il laboratorio del marmista, tu pensa, si trovava sotto un tratto di ferrovia sopraelevato. Proprio mentre stavano finendo di tagliare il marmo, un treno deragliò, si abbatté nel cortile del marmista e distrusse la lapide; e dato che il parente non era abbastanza ricco per ordinarne un'altra, Poe giacque il quarto di secolo successivo in una tomba senza nome. -Come conosci tutte queste cose, Tom? Sono note.


-A me no.


-Perché non hai fatto il dottorato. All'età in cui tu eri in giro a salvare la democrazia nel mondo, io me ne stavo seduto in una biblioteca a farcirmi il cervello nozioni


superflue. Ma alla fine… chi pagò la lapide? - Un gruppo di insegnanti locali costitui un comitato per


raccogliere i fondi. Che tu lo creda o no, ci misero sei anni. Quando ebbero finito il monumento, i resti di Poe furono esumati, trasportati su un carro attraverso la città e tumulati in un cimitero di Baltimora. La mattina dell'inaugurazione si tenne una speciale cerimonia in un posto chiamato Western Female High School. Un nome strepitoso, vero? La Scuola Superiore Femminile dell'Ovest. Invitarono tutti i maggiori pocti americani, ma sia Whittier sia Longfellow sia Oliver Wendell Holmes trovarono scuse per non intervenire. Solo Walt Whitman si sobbarcò il viaggio. E dato che la sua opera da sola vale più di quelle di tutti gli altri messi insieme, lo considero un atto di sublime giustizia poetica. L'interessante è che quel mattino era presente anche Stéphane Mallarmé. Non in carne e ossa… ma il suo famoso sonetto Le tombeau d'Edgar Poe fu composto per l'occasione, e anche se non riusci a finirlo in tempo per la cerimonia, fu presente in spirito. Mi piace molto, Nathan… Whitman e Mallarmé, padri gemelli della poesia moderna, in piedi alla Western Female High School per rendere omaggio insieme al loro avo comune, il disonorato e infamato Edgar Allan Poe, il primo vero scrittore che l'America abbia dato al mondo.


Paul Auster, Follie di Brooklyn

Disse che quando si parla di scrittura non esistono regole. Basta studiare le vite dei poeti e dei romanzieri, e quello in cui ci si ritrova è un puro e semplice caos, un papocchio infinito di eccezioni. Il motivo è che scrivere è una malattia, continuò Tom, una cosa che si potrebbe definire un'influenza o infezione dello spirito, e quindi può colpire chiunque in qualsiasi momento. Gio vani e vecchi, forti e deboli, alcolizzati e astemi, savi e folli. Se scorri l'elenco dei giganti e semigiganti, scoprirai autori che hanno incarnato ogni orientamento sessuale, ogni po sizione politica e ogni caratteristica dell'uomo - dal più altero idealismo alla più maligna corruzione. Erano crimi nali e avvocati, spie e medici, soldati e zitelle, viaggiatori e sedentari. E se non si poteva escludere nessuno, cosa impe diva a un ex assicuratore quasi sessantenne di entrare tra le loro fila? Quale legge escludeva che Nathan Glass fosse stato colpito dalla malattia?

Paul Auster, Follie di Brooklyn

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