#racconti brevi

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⚠️ Premessa: Vista la drammatica situazione mondiale, tra pandemie ed estremismi crescenti, mi è sembrata una buona idea peggiorare ulteriormente le cose iniziando a pubblicare i miei racconti.

Oggetto: Compatibilmente con gli altri miei piani di distruzione del Pianeta Terra, ho intenzione di pubblicare diversi miei scritti. Si tratta per lo più di racconti brevi che ho scritto negli ultimi 15 anni circa, compresi alcuni nuovi racconti che sto completando proprio in questi giorni. Contenti eh?!

In questo video che pubblico oggi, vi leggo con la mia vocina da mezzo soprano milanese il racconto intitolato “Minivan”.

“Minivan” è un racconto breve sulle disillusioni che l'età adulta può inocularci (leggi bene!), non sempre in maniera indolore.
Oltre che come autore del racconto, mi presento qui come lettore per la registrazione del podcast.

Questo è il primo di tre brevi capitoli (1/3). A breve pubblicherò anche gli altri due capitoli…se nessuno mi ferma prima.

Se sei uno di quelli che preferiscono leggere, sappi che trovi l'e-book del racconto completo sfogliabile on-line su Issuu: https://issuu.com/calogerorotolo/docs/minivan-un_racconto_breve_di_calogero_rotolo

Se invece sei uno di quelli che preferiscono ascoltare, allora trovi il podcast su Spotify: https://open.spotify.com/show/34YTopvOwZQ1wI4gTLrMnE?si=DrmoHwCYQ82ZNZc20StTIw

☢️ Nota n.1: Sono desideroso di critiche dettagliate.

Nota n.2: Sì, ok, inizierò a studiare dizione. Ho capito!

Spero di non aver dimenticato niente…se non
Buona lettura / Buon ascolto / Buona visione

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Ho conosciuto Pinko, il mio amico immaginario, circa vent'anni fa. Ricordo quel giorno come fosse oggi.

Avevo tre anni ed ero all'asilo.

Nella stanza più grande, vicino all'ingresso, vi era una bellissima giostra con tanti seggiolini.

I bambini ci salivano, si sedevano sui seggiolini e una suora faceva partire la giostra che girava lentamente, ma i bambini erano tanti e i seggiolini pochi e così succedeva che i bambini meno veloci ed  io non riuscivamo mai a salirci.

Quella giostra però mi attraeva molto e così dopo pranzo, quando gli altri bambini e le suore dormivano, mi alzavo e andavo sulla giostra che finalmente era tutta mia.

È lì che conobbi Pinko, un bambino bello, sensibile e determinato che scoprii solo più tardi essere invisibile agli altri.

Pinko accendeva la giostra e poi ci saliva sopra di corsa e si sedeva accanto a me. Parlava poco, ma sorrideva e faceva di tutto per farmi ridere. Quando le suore, dell'ordine della santissima carità e misericordia divina, erano state più crudeli del solito con noi, Pinko si alzava in piedi sulla giostra, portava una mano sul cazzo come fanno i rapper oggi e iniziava a cantare: Suor Orsola vieni quaa, la sberla dammela quaaaa….

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