#rottura

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Mi è rimasto solo il cuore intero, tutto il resto pulsa dolorosamente, scavando solchi incolmabili sotto la pelle. Se mi tasto le dita affondano e mi chiedo dove siano i muscoli, le ossa, i capillari: tutto mi si rivolta contro ma non riesco ad afferrarlo. Non percepisco la tua esistenza, ma la ricordo. Non riesco a catalogarti tra i miei pensieri, ma so che sei presente e mi pungoli ininterrottamente. È difficile tornare alla vita pratica quando viene tolto supporto, specialmente per me che di quotidianità sono digiuna e stanca. Condividere è sempre un rischio - inutile poi, a quanto pare - e ciò che mi brucia di più è che non si torna indietro. Se si conosce, si desidera - anche se l’immagine di te non ha più contorni, anche se ho coperto con una tela nera tutto ciò che vivevamo. Ma forse ero solo io a viverlo: forse l’unilateralità delle cose è la mia condanna - io mi sciolgo quando altre persone sentono solamente un po’ di calore. Non riesco a non pensare alla falsità, alla costruzione, alla premeditazione. Il mio cuore è tutto intero, ma io no: io ho perso - di nuovo - pezzi importanti di me che ho lasciato in te. Vorrei dirti che mi manchi, che mi manca pensarti e scriverti, che mi manca quello di cui parlavamo e ridevamo, che mi manca provare emozioni positive e sentirmi sicura nel farlo. Vorrei dirti che mi manca il modo in cui ci incastravamo pur avendo confini cozzanti, che mi manca anche l’imbarazzo e la perplessità. Continuo a esorcizzare la tua ormai assenza cercando di ricordare ogni minuto e ogni secondo di quello che è successo - mappando le dinamiche e rievocando attimi in cui c’eravamo solo noi. Era bello tenere le cose per me: mi sembrava di vivere in un mondo in cui potevo essere leggera, debole, abbracciata. Mi sento incredibilmente male per non averti visto prima, per essermi lasciata andare al rischio e non aver calcolato matematicamente che mi avresti abbandonato quel giorno a quell’ora. Non so come conciliare il desiderio di odiarti con quello di farti tornare - sono immobile nell’attesa che qualcosa cambi, ma non cambierà mai. Continuo a perdere, perdere e perdere. Chissà quando capirò che non devo addentrarmi nei legami, ma guardarli dall’alto: solo così posso essere intera, solo così posso planare ed essere avvolta dall’aria fresca - tornare a respirare.

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