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“Le cose belle della mia vita non sono cose” “The beautiful things in my life are not things”

“Le cose belle della mia vita non sono cose”

“The beautiful things in my life are not things”


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Sei anni fa ho fatto questo piccolo esperimento per mettere alla prova le capacità di traduzione di Google Translate (il servizio di traduzione automatica multilingue sviluppato da Google nel 2006).

https://aitanblog.wordpress.com/2016/05/07/words-guerrilla/

In poche parole, l'esperimento consisteva in lasciar tradurre agli algoritmi della Google un testo dall'italiano ad una lingua straniera e poi farlo tornare all'italiano attraverso una nuova sessione di traduzione automatica.

Nihil sub sole novum, in verità. Di esperimenti simili se ne sono fatti a bizzeffe.

Ma la modesta novità della mia verifica sul campo consisteva nel fatto che il brano che facevo tradurre alla macchina era disseminato di tranelli messi lì apposta per spiazzare il nemico digitale; e il nemico, puntualmente cadeva sotto il fuoco di guerrilla del mio attacco.

Sei anni dopo ho ripetuto l'esperimento ed ho constatato che l'intelligenza artificiale della attuale “Google Neural Machine Translation” (GNMT) ha fatto passi da gigante. Oggi il testo tradotto e ritradotto perde molto poco della fonte originale.

“Ogni giorno, ad ogni passo e in ogni momento Google Translate succhia parole da traduzioni fatte da persone in carne-ossa-cervello-e-passioni e alimenta il suo database per perfezionare le capacità traduttive del suo algoritmo.

Più sono i modelli di traduzione umana che ha a disposizione, più si umanizza la capacità del traduttore artificiale di rendere in lingua plausibile le fonti redatte in lingue altre.

Goccia di parola per goccia di parola, GT impara e prende il nostro posto come in un incubo distopico…”

Tuttavia, resto certo che c'è ancora spazio per la traduzione umana (almeno come modello e paradigma per la macchina).

Proprio per questo, chiedo il vostro aiuto per annotare nei commenti casi di cattive versioni, di errori e di cantonate del traduttore automatico di Google; anche se in cuor mio penso che l'algoritmo sia capace di sfruttare anche le situazioni in cui lo mettiamo in ridicolo, imparando dai suoi errori e dalle nostre sottolineature a matita rossa.

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