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“What we call reality is an agreement that people have arrived at to make life more livable.“—Louise Nevelson. See her drawings and prints in the exhibition, Louise Nevelson: The Face in the Moon, open today at the Whitney!

[Louise Nevelson (1899-1988), Untitled, 1928. Fabricated red chalk on paper: sheet, 17 5/8 × 13 3/8 in. (44.8 × 34 cm); mount: 19 9/16 × 15 ½ in. (49.7 × 39.4 cm). Whitney Museum of American Art, New York; gift of the artist 69.220. © 2018 Estate of Louise Nevelson/Artists Rights Society (ARS), New York]

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@Whitney Museum of American Art

Fri, 20 Jul 2018 10:00:35

“What we call reality is an agreement that people have arrived at to make life more livable.&q

“What we call reality is an agreement that people have arrived at to make life more livable."— Louise Nevelson. See her drawings and prints in the exhibition Louise Nevelson: The Face in the Moon, now on view at the Whitney.

[Louise Nevelson (1899-1988), Portrait, 1953-55. Aquatint and etching: sheet, 24 1/8 × 19 ¼ in. (61.3 × 48.9 cm); plate, 19 5/8 × 15 7/8 in. (49.9 × 40.3 cm). Whitney Museum of American Art, New York; gift of the artist 69.242. © 2018 Estate of Louise Nevelson/Artists Rights Society (ARS), New York]

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@Whitney Museum of American Art

Wed, 15 Aug 2018 11:05:31

Louise Nevelson I collagea cura di Bruno CoràSkira , Milano 2016, 104 pagine , 94 Illustrazioni a c

Louise Nevelson I collage

a cura di Bruno Corà

Skira , Milano 2016, 104 pagine , 94 Illustrazioni a colori

Fondazione Marconi, Milano
12 maggio – 22 luglio 2016

euro 28,00

Tornare a riflettere sull’opera di Louise Nevelson significa impegnare il pensiero su diversi fronti; l’artista infatti è di quelle che consentono di prendere lentamente coscienza di aspetti relativi al destino individuale, al caso, alla tenacia delle ambizioni, all’imprevedibile fluire degli eventi, alle scelte difficili, all’amore per un’idea non separabile dall’amore per sé, alla condizione femminile di oggi e di ieri, alla salute fisica, e psichica, agli affetti personali, agli incontri determinanti per quanto imprevisti, alle tradizioni proprie e altrui, all’arte di saper governare tutto ciò e ancora più tra molte avversità e ancor prima della superficie di una tela, del volume di pochi oggetti recuperati dall’abbandono o dell’impiego di un colore.

Non si esaurisce infatti, anzi cresce con la frequentazione delle sue opere, l’interesse per questa artista che mentre non si fa scrupolo di dichiarare la sua condizione di donna, sottoposta a tutte le difficoltà e i disagi attraversati e prevedibili, ne rivendica lo stato di sensibilità e di diversità in senso identitario e di potenzialità artistica.
Un’osservazione dell’attività della Nevelson, dedicata in particolare alla tecnica del collage, rivela e sottolinea i principi seguiti nel regolare l’impaginazione degli elementi depositati sui supporti e l’attitudine congeniale ma anche fortemente esercitata dell’“aver cura” dei rapporti morfologici, cromatici e poetici, già conquistati nel lungo tirocinio con la scultura e ora portati al grado della felicità spontanea del gesto compositivo nel collage.
Bruno Corà

A distanza di 43 anni dalla prima esposizione di Louise Nevelson a Milano, questa monografia che accompagna la mostra alla Fondazione Marconi presenta una selezione di collage realizzati dell’artista a partire dal 1955 fino agli ultimi anni Ottanta.
Protagonista del rinnovamento della scultura nel XX secolo e delle sue trasformazioni, Louise Nevelson diceva parlando di sé e del suo lavoro: “Adoro mettere insieme le cose”.
Figura emblematica dell’arte nel Novecento, Louise Nevelson, si è distinta nel panorama artistico internazionale per la sua ricerca di un linguaggio universale.