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Epitaph on a grave for a beloved family dog, owners and dedicators unknown. 2nd or 3rd century Rome.Epitaph on a grave for a beloved family dog, owners and dedicators unknown. 2nd or 3rd century Rome.Epitaph on a grave for a beloved family dog, owners and dedicators unknown. 2nd or 3rd century Rome.Epitaph on a grave for a beloved family dog, owners and dedicators unknown. 2nd or 3rd century Rome.

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Estos dos epígrafes resumen mi relación de amor y odio con la capital. Pero acá estoy y acá me quedo

Estos dos epígrafes resumen mi relación de amor y odio con la capital. Pero acá estoy y acá me quedo… #FelizCumpleañosBogotá (en Bogotá, Colombia)


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ROMA SU PIETRA

LA CARRIERA DI PLATORIO NEPOTE

Trattasi di una celeberrima iscrizione onoraria, molto citata per la sua ammirevole completezza e per i diversi elementi di interesse che presenta, tra gli altri:

la straordinaria complessità della formula onomastica, la particolare organizzazione del cursus honorum in un ordine personalizzato.

Qui interessano in particolare i due incarichi germanici: agli inizi della carriera il tribunato militare della legio XXII Primigenia Pia Fidelis, di stanza a Mogontiacum, dopo circa 20 anni il governatorato della Germania inferior.

Legittimo chiedersi quanto decisivo potesse essere stata la permanenza nello stato maggiore di una legione acquartierata nella capitale della Germania Superior per la sua nomina a governatore della Germania Inferior.

Almeno altrettanto importanti le esperienze come governatore della provincia di Tracia e il comando della legio I Adiutrix, di stanza a Brigetio, in Pannonia, impegnata nelle guerre daciche di Traiano. Da non sottovalutare infine, forse grazie alla grande competenza ed esperienza maturate, il governatorato provinciale in Britannia, uno degli incarichi di più alto rango, (insieme ai proconsolati di Africa e Asia).

Di seguito il testo dell'iscrizione (CIL V, 877= ILS 1052):


A(ulo) Platorio A(uli) f(ilio) / Serg(ia) Nepoti / Aponio Italico / Maniliano / C(aio) Licinio Pollioni, / co(n)s(uli) auguri, legat(o) Aug(usti) / pro pr(aetore) provinc(iae) Bri/tanniae, leg(ato) pro pr(aetore) pro/vinc(iae) German(iae) inferior(is), / leg(ato) pro pr(aetore) provinc(iae) Thrac(iae), / leg(ato) leg(ionis) I Adiutricis, / quaest(ori) provinc(iae) Maced(oniae), / curat(ori) viarum Cassiae / Clodiae Ciminiae novae / Traianae, candidato divi / Traiani trib(uno) mil(itum) leg(ionis) XXII / Primigen(iae) P(iae) F(idelis), praet(ori), trib(uno) / pleb(is), IIIvir(o) capitali, / patrono, / d(ecreto) d(ecurionum).

ROMA SU PIETRA

SINCRETISMO TRA PUNICI E ROMANI

Trattasi di un'iscrizione apposta all'ingresso del teatro di Leptis Magna inaugurato nel giugno del 2 d.C. (la si può trovare anche in altri 2 punti ai lati del teatro).

La particolarità sta nel fatto che prima di tutto è bilingue, infatti il testo in punico segue quello latino e in secondo luogo ci mostra la perfetta idea di sincretismo ideologico e materiale nel processo definito romanizzazione.

Riportiamo il testo latino (AE 1998, 1513 = EDCS-06000319):

Imp(eratore) Caesare Divi f(ilio) Aug(usto), pont(ifice) max(imo), tr(ibunicia) pot(estate) XXIV, co(n)s(ule) XIII, patre patr(iae).

Annobal Rufus ornator patriae, amator concordiae,

flamen sufes, praef(ectus) sacr(orum), Himilchonis Tapapi f(ilius), d(e) s(ua) p(ecunia) fac(iendum) coer(auit)

idemq(ue) dedicauit.

L'autore della dedica e finanziatore del teatro è tal Annobal Rufus, figlio di Himilconis Tapapi, secondo gli studiosi appartenente alla famiglia Tapabius o Tapfabius, di origine libico-fenicia (suffisso tipico del sostrato libico-fenicio). Quindi la famiglia in questione, di origini indigene, si è successivamente punicizzata e poi romanizzata, come attesta molto bene l'iscrizione.

Ci sono molti particolari degni di nota:

- l'autore agisce come magistrato punico definendosi suffeta;

- è un «flamen», quindi preposto al culto imperiale;

- si definisce prima «ornator patriae», termine usato anche da Ottaviano Augusto nelle sue Res Gestae e che rimanda alla riqualificazione urbanistica da lui attuata, e poi «amator concordiae», una delle colonne portanti del pensiero politico augusteo, simboleggiato ancor di più nell'iscrizione con il simbolo delle due mani che si stringono (la concordia tra elemento punico e romano).

Per quanto riguarda la parte scritta in punico, la cosa più importante è che non si tratta di una traduzione letterale, poiché essa doveva rivolgersi a un pubblico diverso e quindi esprimere concetti e idee vicini al pensiero dei locali:

- Non si definisce «ornator patriae», ma «uomo di peso», in quanto suffeta;

- «amator concordiae» in punico è reso come «amante della scienza e della perfezione», mancandoci molte informazioni sull'orizzonte ideologico punico non sappiamo cosa si intenda di preciso con questa locuzione;

- alla fine del testo indica che l'ha costruito «secondo il piano», cioè secondo disposizioni urbanistiche dettate dai magistrati punici della città.

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