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“Lo sdoganamento dell’ignoranza è uno dei più atroci inganni perpetuati ai danni del popolo&rd

“Lo sdoganamento dell’ignoranza è uno dei più atroci inganni perpetuati ai danni del popolo”
Michele Serra


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Elogio dell'ignoranza

“ Non sono ignorante in un settore specifico, sarebbe un limite: la mia ignoranza spazia in vari campi, io non so un po’ di tutto. Ma non è stato facile: ignoranti non si nasce, si diventa. E bisogna anche pensarci a tempo, dopo può essere tardi: quando una conoscenza è assimilata, ignorarla diventa quasi impossibile. È allora che nessuno si fida più di te, che nessuno ti offre più un lavoro: puoi morire di fame. Ed è inutile, o richiede sforzi sovrumani, cercare di porvi rimedio. So di un mio collega, rovinato dalla sua sapienza, costretto a fare due, anche tre ore al giorno di esercizi per dimenticare; ma ottiene risultati modesti.
Non mi sono fatto da solo ignorante, la scuola ha avuto un peso decisivo; se non l'avessi frequentata, sarebbe stato certamente più difficile.
Pensare che non costi fatica o che non occorrano studi particolari per raggiungere un buon livello d'ignoranza significa non aver capito che ignorante non è chi non sa nulla (sarebbe impossibile come sapere tutto) ma chi ha avuto l'accortezza di non farsi danneggiare da quel poco che sa. E come? impedendogli di arrivare al cervello. Non solo, ma operando sulle materie stesse della conoscenza: facendo ignorare alla storia la geografia, alla filosofia la matematica, alla grammatica la letteratura e così via. In altre parole, isolando le varie conoscenze in modo che nessuna interferisca con l'altra ponendo domande. Un'ignoranza che sia profondamente convinta, non deve fare domande, altrimenti sarebbe l'ignoranza di Socrate, un'ignoranza inutile, anzi perniciosa. Tanto che gli ateniesi furono costretti a difendersene, condannando a morte il loro concittadino.
La conoscenza, dunque, è pericolosa a sé e agli altri: Adamo ci ha rimesso il paradiso e molti, oggi, ci rimettono l'impiego. È per evitare simili inconvenienti che mi sono dato un'ignoranza enciclopedica; a qualunque genere di domanda, io rispondo; chè bisogna dimostrarla la propria ignoranza, il silenzio sarebbe sospetto. Io tranquillizzo, rassereno, conforto gli animi feriti dalle cattive intenzioni della cultura, che ha sempre cattive intenzioni e che è perfidamente ambigua, curiosa, maldicente e, soprattutto, dubitativa.
È il dubbio il suo sicario più feroce: qualcuno ne ha avuto il cervello sconvolto e Carlo Alberto la perdita di un regno.
Come evitare tanti mali? L'unico rimedio sinora conosciuto è la prevenzione. E in questo senso siamo già a buon punto, ma si può fare di più: istituire, per esempio, vere e proprie scuole di analfabetismo. Il resto verrà da sé. “

Pino Caruso,L'uomo comune, Palermo, Edizioni Novecento (collana Il liocorno), 1986¹; pp. 55-57.

Non sapete neanche festeggiare uno scudetto o una coppa con rispetto minacciando, deridendo, aggedendo e insultando avversari o chicchessia. Essere tifosi di un club calcistico non vi autorizza a fare roba simile. Più che tifosi, siete solo un gruppo di pagliacci, anzi degli escrementi e di erbaccia secca da estirpare. Mi fate schifo e la vostra matrice è indubbiamente il vostro Capitano Senza Palle già ministro.

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