The other picture of this lovely man I posted has been a success so here are some other images of from this mysterious actor from Il Fiore Delle Mille e Una Notte (Arabian Nights) by Pier Paolo Pasolini
“Quanto alla campagna, la differenza fra ciò che essa ha insegnato a me e ciò che essa sta insegnando a te, è ancora più enorme. Per me essa è stata la certezza di una continuità con le origini del mondo umano, e ha valorizzato, fino a dar loro carattere quasi di rito, ogni minimo gesto, ogni parola. Per te, al contrario, la campagna parla di se stessa come di una spettrale e quasi paurosa sopravvivenza. Quanto al resto, essa è un luogo esotico per atroci week-ends e per non meno atroci villette da alternare con l'atroce appartamento in città (tutto atroce per me, s'intende).” Pier Paolo Pasolini “Lettere luterane”.
Microphone in hand, Pier Paolo Pasolini asks Italians to talk about sex: he asks children where babies come from, young and old women if they are men’s equals, men and women if a woman’s virginity matters, how they view homosexuals, how sex and honor connect, if divorce should be legal, and if they support closing the brothels (the Merlina Act). He periodically checks in with Alberto Moravia and Cesare Musatti. Bersani is intrusive and judgemental, prodding those who answer. The film’s thesis: despite the booming post-war economy, Italians’ attitudes toward sex are either rigidly Medieval (the poor and the South) or muddled and self-censoring (the bourgeoisie and the North).
Directed by Pier Paolo Pasolini Cinematography by Tonino Delli Colli
“Idiot, did you really think we would kill you? Don’t you see we want to kill you a thousand times, to the limits of eternity, if eternity could have limits?”
La scuola d'obbligo è una scuola di iniziazione alla qualità di vita piccolo borghese: vi si insegnano delle cose inutili, stupide, false, moralistiche, anche nei casi migliori (cioè quando si invita adulatoriamente ad applicare la falsa democraticità dell'autogestione, del decentramento ecc.: tutto un imbroglio). Inoltre una nozione è dinamica solo se include la propria espansione e approfondimento: imparare un po’ di storia ha senso solo se si proietta nel futuro la possibilità di una reale cultura storica. Altrimenti, le nozioni marciscono: nascono morte, non avendo futuro, e la loro funzione dunque altro non è che creare, col loro insieme, un piccolo borghese schiavo al posto di un proletario o di un sottoproletario libero (cioè appartenente a un'altra cultura, che lo lascia vergine a capire eventualmente nuove cose reali, mentre è ben chiaro che chi ha fatto la scuola d'obbligo è prigioniero del proprio infimo cerchio di sapere, e si scandalizza di fronte ad ogni novità). Una buona quinta elementare basta oggi in Italia a un operaio e a suo figlio. Illuderlo di un avanzamento che è una degradazione è delittuoso: perché lo rende: primo, presuntuoso (a causa di quelle due miserabili cose che ha imparato); secondo (e spesso contemporaneamente), angosciamente frustrato, perché quelle due cose che ha imparato altro non gli procurano che la coscienza della propria ignoranza.
Pier Paolo Pasolini, sul Corriere della Sera del 18 ottobre 1975
“Contro tutto questo voi non dovete far altro che continuare semplicemente a essere voi stessi: il che significa essere continuamente irriconoscibili. Dimenticare subito i grandi successi: e continuare imperterriti, ostinati, eternamente contrari, a pretendere, a volere, a identificarvi col diverso; a scandalizzare” Pier Paolo Pasolini
“Me la volete fa’ na corona sì moro?” “Come ‘o voi er trasporto funebre?” “Co’ tutti l'amici dietro che ridono… er primo che piagne paga da beve a tutti.” “E che te ce demo scrive su'a tomba?” “…provare per credere.”
