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“ Bevevano succo di lampone nel bar della hall, già piú animata da un vocio di persone sedute in poltroncine di fronte alla rotonda a vetri. Sopra lo specchio del bar un orologio senza numeri ma con i punti cardinali segnala le nove e un quarto. «È tardi per lei?» ha domandato Epstein. Il giovane ha fatto cenno di no, controllando la propria immagine allo specchio.
È un aeroporto senza piú voli di linea, con arredi di legno chiaro curati e vecchi, e su una parete la silhouette di un planisfero tagliato in verticale da lamelle di metallo azzurro con i fusi orari. «Vede, – ha detto Epstein accennando col bicchiere al pannello, – i fusi orari cosí servono a poco. Dovrebbero dividere lo spazio non per ore ma per azioni; per esempio, tutti quelli che in questo istante bevono succo di lampone da Tokyo a Buenos Aires dovrebbero essere raccordati da una linea tratteggiata; o tutti quelli che si sfiorano una guancia con la mano, o tutti quelli che guardano l’orologio pensando che altrove è un’altra ora. Ci vorrebbero molti piú fusi, intersecanti in ogni direzione, irradiati secondo linee di azione. Questo solleverebbe ognuno dal desiderio di sapere e vedere tutti quelli che nello stesso istante stanno facendo la stessa cosa che fa lui. A volte è un desiderio struggente, come un desiderio di complicità».
Brahe si è passato un dito sul sopracciglio, ha pensato un attimo che cosa era meglio fare, poi ha detto: «Sí, ma bisognerebbe scegliere un paniere di azioni. Tutte non ci possono stare. Lei dovrebbe scegliere delle azioni campione, come dei fili attorno ai quali le altre azioni simultanee e dello stesso tipo potrebbero raggranellarsi».
Epstein ha riflettuto, poi ha detto in tono pacato: «Azioni di gioia. Anche moderata, ma solo azioni di gioia» e ha guardato in là, verso un manifesto incorniciato dove un trimotore Swissair passava a volo radente su cammello e cammelliere, fermi nel deserto. “

Daniele Del GiudiceAtlante occidentale, Einaudi, 1985.

“ Influente nell'aristocrazia, erede della dinastia intellettuale che faceva capo alla scuola del Museo, Ipazia era soprattutto maestra del «modo di vita ellenico» (hellenikè diagogè), sostanzialmente politico, cui l'aristocrazia pagana s'ispirava: lo conferma Suida, ancora qui da identificarsi in Esichio, secondo cui era «fluente e dialettica (dialektikè) nel parlare, accorta e politica (politikè) nell'agire, così che tutta la città davvero la venerava e le rendeva omaggio». «Dalla cultura ellenica (paidèia) le derivava», come ci informa Socrate Scolastico, «un autocontrollo e una franchezza nel parlare (parrhesìa)» per cui «si rivolgeva faccia a faccia ai potenti e non aveva paura di apparire alle riunioni degli uomini: per la sua straordinaria saggezza, tutti costoro le erano deferenti e la guardavano, se mai, con timore reverenziale».
Ipazia era la portavoce dell'aristocrazia cittadina presso i rappresentanti del governo centrale romano e in particolare presso Oreste d'Egitto. «I capi politici venuti ad amministrare la città», riferisce Suida, «si recavano per primi ad ascoltarla, come seguitava ad avvenire anche in Atene. Poiché, se anche il paganesimo vi era finito, comunque il nome della filosofia pareva ancora grande e degno di venerazione a quanti avevano le più importanti cariche cittadine». La filosofa influenzava direttamente e fortemente la politica interna della sua città: «Tu hai sempre avuto potere. Possa tu averlo a lungo, e possa tu di questo potere fare buon uso», si legge in una lettera di raccomandazione che le indirizzò l'allievo Sinesio.
Ma proprio da questo potere locale e clientelare prende le mosse la trasformazione delle classi dirigenti, avviata nelle sedi provinciali dal legittimarsi politico della Chiesa. La polistardoantica e bizantina vedrà d'ora in poi il vescovo, non più il filosofo, farsi consigliere e «garante civico» del rappresentante statale. «Il vescovo cristiano doveva avere il monopolio della parrhesìa!», ha scritto Peter Brown, proponendo, appunto sul caso di Ipazia, un sillogismo storico fin troppo immediato: se nella fase di trapasso dal paganesimo al cristianesimo il ruolo del filosofo e del vescovo vengono a sovrapporsi, che cosa fa il vescovo, se non eliminare il filosofo? «Phthonospersonificato si levò in armi contro di lei», denuncia Socrate. La gelosa malevolenza, lo phthonosdei cristiani per i pagani secondo tutte le fonti, e secondo un luogo comune della letteratura antica, è causa della fine violenta non solo di Ipazia ma insieme dell'antico modo di vita della polis, cui Suida accenna nel suo sfumato riferimento ad Atene. “

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Brano tratto da Ipazia, l’intellettuale, saggio di Silvia Ronchey raccolto in:

AA. VV.,Roma al femminile, a cura di Augusto Fraschetti, Laterza (collana Storia e Società), 1994¹; pp. 215-16.

Politeama Odoardo Rossini (theater and cinema), Via Chiostergi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wo

Politeama Odoardo Rossini (theater and cinema), Via Chiostergi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wolfram Mikuteit 

Named after the a local entrepreneur, who build it in 1932. Porn cinema during the eighties. Still in recontruction with an uncertain future.


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Train station. Ancona (AN) Italy. Photo: © Wolfram Mikuteit During the Second World War, the origina

Train station. Ancona (AN) Italy. Photo: © Wolfram Mikuteit

During the Second World War, the original building was destroyed and, at the end of the conflict, replaced by a new one, designed by the architect Paolo Perilli 1904 - 1982), known for designing numerous railway stations in Italy, and inaugurated on 18 August 1948. 


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Palazzo INAIL (National Institute for Insurance against Accidents at Work), l’Aquila (Abruzzo, Italy

Palazzo INAIL (National Institute for Insurance against Accidents at Work), l’Aquila (Abruzzo, Italy), in Corso Federico II -  Photo: © Wolfram Mikuteit.

Inaugurated inn 1922, the institute has been subsequently demolished in the early 1930s, rebuilt in a rationalist / classical style and re-inaugurated in 1935. 


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“Old versus new”. Calambrone (PI), Italy.  Photo: © Wolfram MikuteitThe building to the left was par

“Old versus new”. Calambrone (PI), Italy.  Photo: © Wolfram Mikuteit

The building to the left was part of a centralized reception area for the vast linear complex of of holiday colonies built during the 1930s along the Tirrenian cost. The kids had been signed up here at the center in Calambrone, before going off to one of the many colonies along the coast.


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 Palazzo ex GIL / Casa del Balilla, Viale G. Leopardi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wolfram Mik Palazzo ex GIL / Casa del Balilla, Viale G. Leopardi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wolfram Mik Palazzo ex GIL / Casa del Balilla, Viale G. Leopardi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wolfram Mik

Palazzo ex GIL / Casa del Balilla, Viale G. Leopardi, Senigallia (AN), Italy.  Photo: © Wolfram Mikuteit   

Former GIL (fascist youth) building. The project was approved be built in 1932 and completed by the end of 1934 - architect unknown. Today the building hosts the tax office (Ufficio Tributi).


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