#romanzi brevi

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“ «Ci si sveglia e ci si ritrova in mezzo alla perfidia e alla bassezza e all’ottusità e alla debolezza di carattere e si comincia a pensare e non si pensa se non in termini di perfidia, bassezza, ottusità, debolezza di carattere. Se non in termini di patologia di morte e di dilettantismo esistenziale. Si ascolta e si vede e si pensa e si dimentica quello che si ascolta, si vede e si pensa, e si invecchia, ognuno nella sua connaturata maniera, nella solitudine, nell’inettitudine, nell’insolenza.
Dire che la vita è un dialogo è una menzogna come dire che la vita è realtà. Anche se non è un prodotto della fantasia, in fondo non è altro che una disgrazia in quanto infamia, un periodo di orrore il quale, lungo o breve che sia, è fatto solo di fastidi e malinconia… solo cause ed effetti di morte moltiplicati per miliardi… Abbiamo a che fare in questo caso con un’enorme intolleranza della creazione che ci deprime e amareggia sempre più e alla fine ci uccide.
Crediamo di aver vissuto e in realtà siamo morti a poco a poco. Crediamo che tutto sia stato un insegnamento e invece non è stato che una scemenza. Noi osserviamo e riflettiamo e non possiamo non vedere come sfugga tutto quello che osserviamo e su cui riflettiamo, come ci sfugga il mondo che ci siamo proposti di dominare o per lo meno di trasformare, come ci sfuggano il passato e il futuro, come noi sfuggiamo a noi stessi e come con l’andar del tempo tutto ci diventa impossibile. Noi tutti passiamo l’esistenza in un’atmosfera di catastrofe. La nostra indole tende all’anarchia. Tutto in noi desta continuamente sospetto. Dove c’è l’imbecillità, dove non c’è, è tutto intollerabile. Il mondo, da qualsiasi parte lo guardiamo, in fin dei conti è fatto di cose intollerabili. Sempre più intollerabile è per noi il mondo. Se sopportiamo l’intollerabile è per l’attitudine di ciascuno di noi a tormentarsi e a soffrire per tutta la vita, sono un paio di elementi ironici dentro di noi, un idiotismo irrazionale, tutto il resto è calunnia». “

Thomas Bernhard,Ungenach. Una liquidazione, traduzione di Eugenio Bernardi, Adelphi (collana Piccola Biblioteca Adelphi n° 766), 2021¹; pp. 97-98.

[ Edizione originale: Ungenach. Erzählung, Suhrkamp Verlag, Frankfurt am Main, 1968 ]

“ Guarda, L'eterosessuale che sì sposa è come uno che diventa prete: fa voto di castità, ma senza saperlo fino a tre, quattro, cinque anni dopo. Per l'eterosessuale virile la natura del matrimonio comunemente inteso non è meno soffocante - date le preferenze sessuali di un eterosessuale virile - di quanto lo sia per il gay o per la lesbica. Oggi, però, anche i gay si vogliono sposare. Un matrimonio in chiesa. Due, trecento testimoni. E aspetta che vedano dove va a finire il desiderio che li ha fatti diventare gay. Mi aspettavo di più da questa gente, invece salta fuori che anche in loro non c'è il minimo realismo. Anche se credo che molto dipenda dall'Aids. Il Declino e l'Ascesa del Preservativo: ecco la storia sessuale della seconda metà del ventesimo secolo. Il preservativo è tornato. E, col preservativo, il ritorno di tutto ciò che negli anni Sessanta era stato spazzato via. Quale uomo può dire di apprezzare il sesso col preservativo nello stesso modo in cui l'apprezza senza? Cosa ci trova, in realtà ? Ecco perché gli organi della digestione sono arrivati, nella nostra epoca, a competere per la supremazia come orifizio sessuale. Il bisogno urgente della mucosa. Per disfarsi del preservativo devono avere un partner fisso, e allora si sposano. I gay sono militanti: vogliono il matrimonio e vogliono arruolarsi apertamente nell'esercito ed essere accettati. Le due istituzioni che io detestavo. E per lo stesso motivo: l'irreggimentazione.
L'ultima persona che prese sul serio queste cose fu John Milton, trecentocinquant'anni fa. Mai letto i suoi scritti sul divorzio? Gli procurarono molti nemici, ai suoi tempi. Sono qui, sono tra i miei libri, con i margini fittamente annotati nei lontani anni Sessanta. «Forse che il nostro Salvatore ci aprì questa porta fortuita e accidentale del matrimonio solo per chiudercela in faccia come la serranda della morte… ?» No, gli uomini non sanno niente - o agiscono deliberatamente come se non sapessero - del lato duro, tragico, della situazione in cui si mettono. Nel migliore dei casi pensano stoicamente, Sì, capisco che in questo matrimonio prima o poi dovrò rinunciare al sesso, però lo faccio per avere altre cose più preziose. Ma capiscono a che cosa rinunciano? Essere casti, vivere senza sesso, be’, come digerirai le sconfitte, i compromessi, le frustrazioni ? Guadagnando di più, guadagnando tutti i soldi che puoi ? Facendo tutti i figli che puoi ? Questo aiuta, ma è niente rispetto all'altra cosa. Perché l'altra cosa si radica nel tuo essere fisico, nella carne che nasce e nella carne che muore. Perché solo quando scopi riesci a vendicarti, anche se solo per un momento, di tutto ciò che non ami nella vita e di tutte le cose che nella vita ti hanno sconfitto. Solo allora sei più nettamente vivo e più nettamente te stesso. La corruzione non è il sesso: è il resto. Il sesso non è semplice frizione e divertimento superficiale. Il sesso è anche la vendetta sulla morte. Non dimenticartela, la morte. Non dimenticarla mai. Sì, anche il sesso ha un potere limitato. So benissimo quanto è limitato. Ma dimmi, quale potere è più grande? “

Philip Roth,L'animale morente, traduzione di Vincenzo Mantovani, Einaudi (collana Super ET), 2021֠⁹; pp. 50-52.

[ Edizione originale: The Dying Animal, Houghton Mifflin Publishing, 2001 ]

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