#distruzione

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Divagazioni in HTLM

sono quasi contenta che nessuno mi leggerà, almeno non devo pormi il problema di tenere in considerazione le vostre emozioni.

Sì, perché passo gran parte della mia vita a pensare cosa gli altri possano pensare di me, di quella che sono e di quella che vorrebbero che fossi.

Perché alla fine cerchiamo sempre l’approvazione, cerchiamo l’approvazione in un mondo destinato a finire, in un mondo che vogliamo distruggere.

E quindi finiamo per distruggere noi stessi, tanto distruggere tutto è il nostro fine e ci crogioliamo nella distruzione non curanti del dolore a cui ci sottoponiamo, perché l’importante è piacere agli altri e se per farlo dobbiamo distruggerci, beh ben venga.

Io stessa ho cercato di conformarmi, di piacere agli altri e fatto dell’autodistruzione il fine ultimo della mia vita. Ora so cosa si prova ad essere morta dentro, perché lo sono e sono consapevole dei processi orribili a cui ci sottoponiamo per poter appartenere al branco, lo so e la cosa mi diverte e ogni giorno provo a distruggermi un po’ di più, solo per il gusto di farlo e non per necessità.

Questo forse fa di me un essere umano ancora peggiore di voi, perché voi seguite l’istinto, io invece avrei la scelta, ma il divertimento della distruzione è troppo grande per non provarci.

Attendo semplicemente la morte, avvicinandomi a lei ogni giorno sempre di più con la speranza di non finire nel paradosso di Achille e la tartaruga di Zenone, ma alla fine sappiamo tutti che quel tipo di serie costruite nel modo giusto convergono, spero quindi anche io di poter convergere il prima possibile.

Cosa impedisce a chi ti ha già distrutto una volta di farlo ancora?

Sono sempre stata una maschera ben costruita. L'ho creata per evitare di soffrire, di ottenere delusioni. Ma ora questa maschera sta crollando, si consuma giorno per giorno… e non vorrei essere nelle persone che saranno intorno a me quando l'ultimo pezzo cadrà a terra.

@abissidiparole

Non volevo raccontarti della sua morte, ma io e te abbiamo visto abbastanza distruzione e violenza da sapere che c’è solo un modo per parlare della guerra: onestamente. Soltanto con l’onestà, possiamo conoscere la verità.


Phan Que Mai Nguyen, Quando le montagne cantano

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