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 The influence of Islam on the medieval societies were huge! This were for example recognized on the

The influence of Islam on the medieval societies were huge! This were for example recognized on the architecture etc. 


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A page from the rare Persian manuscript Marvels of things Created by Muhammad al-Qazwini written mid

A page from the rare Persian manuscript Marvels of things Created by Muhammad al-Qazwini written mid 1200.

Source : https://www.instagram.com/sandylamu/


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#MuslimArt | #Ramadan2016: Con l'ultimo giorno di Ramadan, terminiamo questa breve serie dedicata al#MuslimArt | #Ramadan2016: Con l'ultimo giorno di Ramadan, terminiamo questa breve serie dedicata al

#MuslimArt | #Ramadan2016: Con l'ultimo giorno di Ramadan, terminiamo questa breve serie dedicata alle creazioni africane e della diaspora che riflettono e richiamano la fede islamica dell'artista.

Nel corso della settimana abbiamo condiviso i lavori di Tasnim Baghdadi, Thania Petersen, Samra Habib, Hassan Hajjaj e Igshaan Adams. Oggi concludiamo la serie con un talento nostrano: TAKOUA BEN MOHAMED.

Graphic journalist, sceneggiatrice e fumettista italo-tunisina, Takoua Ben Mohamed da voce alla sua matita affrontando diverse tematiche sociali – tra cui immigrazione, razzismo, violenza sulle donne, identità e Islam.

Figlia di un rifugiato politico tunisino, perseguitato dall'allora regime di Ben Ali, Takoua Ben Mohamed arriva in Italia all'età di otto anni, portando con sè della Tunisia la passione per il disegno.

Questa passione – supportata dall'attivismo in associazioni giovanili e gli studi in giornalismo – la porta a fondare Il Fumetto Intercultura all'età di 14 anni: un progetto dove l'artista, utilizzando il linguaggio semplice ed immediato del fumetto, abbatte i muri del pregiudizio e dello stereotipo con l'arma dell'ironia.

«Non esistono due culture che che non hanno niente in comune, è proprio sui punti in comune che dobbiamo lavorare per costruire il dialogo e la convivenza.»



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#MuslimArt | #Ramadan2016: Ultimi due giorni di Ramadan e penultimo post di questa breve serie dedic

#MuslimArt | #Ramadan2016: Ultimi due giorni di Ramadan e penultimo post di questa breve serie dedicata alle opere africane e diasporiche influenzate dall'Islam.

Dal sajjada al velo, dalla khamsa alla calligrafia, le/gli artiste/i riprendono diversi elementi della tradizione islamica nei loro lavori, offrendo occasioni di dialogo non solo su temi religiosi ma anche sociali, culturali ed identitari.

Oggi continuiamo con BISMILLAH, dell'artista sudafricano IGSHAAN ADAMS.

Artista multidisciplinare, Ighsaan Adams ha trovato nell'arte un senso d'identità, riflettendo nelle sue opere il proprio vissuto di persona ’coloured’ nel Sud Africa post-apartheid, di persona omosessuale e di persona musulmana cresciuta da una nonna cristiana.

In ogni suo lavoro, queste sfaccettature identitarie vengono incanalate nel processo creativo; e l'Islam, più delle altre, appare costantemente nelle creazioni dell'artista, dando modo ad Adams di raccontare la sua storia personale attraverso l'utilizzo di metafore artistiche.

Nella performance Bismillah (“In Nome di Dio”), Igshaan Adams inscena la propria morte, e il padre – con cui ha avuto da giovane un rapporto conflittuale – prepara il figlio alla sepoltura secondo il rito funebre islamico: lava e profuma il corpo dell'artista, e lo avvolge in tre sudari bianchi.

La morte e le cure amorevoli ricevute rappresentano la fine del risentimento provato da Adams nei confronti del padre, e la rinascita, frutto del perdono, del rapporto tra Adams padre e figlio.

«The performance has allowed me to fully forgive my father and cleanse me from my negative feelings towards him. Following the first performance, I truly understood what the Bible means with ‘forgive and forget.’ I was able to forgive my father and felt a feeling of rebirth and renewal.»


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‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Continuiamo questa breve serie, in occasione dell'ultima settimana ‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Continuiamo questa breve serie, in occasione dell'ultima settimana

‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Continuiamo questa breve serie, in occasione dell'ultima settimana di Ramadan, dedicata all'arte africana e della diaspora che viene influenzata dalla tradizione islamica.

Dalla serie KESH ANGELS diHASSAN HAJJAJ
Sovvertendo lo stereotipo della donna velata ed oppressa, l'artista marocchino Hassan Hajjaj ha voluto ritrarre donne forti, indipendenti e sicure di sé in sella sulle loro motociclette.

I ritratti, che richiamano alla memoria le fotografie del pioniere maliano Sidibé, rappresentano una giustapposizione tra iconografie consumistiche occidentali (i brand sui djellaba e i barattoli-cornice) ed elementi visivi della cultura islamica, creando cosi un dinamismo che sorprende l'occhio dell'osservatrice/ore.

«Whatever the medium, photography, film or installation, I am keen to explore the dynamic relationship between dual cultures […]. In this way, I create from the two cultures a new aesthetic, which is both joyful and respectful.»


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‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: A pochi giorni dalla fine del Ramadan, continuiamo la serie dedicat

‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016: A pochi giorni dalla fine del Ramadan, continuiamo la serie dedicata all'arte ispirata dalla fede islamica.

Oggi però non condividiamo un lavoro di un'artista africana, ma un volto diasporico all'interno del progetto fotografico JUST ME AND ALLAH: un lavoro della fotografa pakistana-canadese SAMRA HABIB, che da voce alla comunità LGBTQ musulmana in Nord America e in Europa.

LEILA, Berlino.

«[…] I am a blackarab, meaning that my mum is North African from Algeria and my dad is Caribbean. I didn’t grow up Muslim, as we were practicing Buddhism with my dad. My mum used to fast during the month of Ramadan and it’s the only time we practiced Islam. Even though my mum was born in a Muslim family, politic of assimilation in France was running the life of people with a Muslim background while she was growing up.

I have always been a spiritual person and the first time I got to know a bit more about Islam was when I was 16. I was in the library and picked up the Qu'ran and read the French translation. I read it in three weeks. I talked to my Muslim aunty about it and she gave me some books about the life of our beloved Prophet Mohammad (sws). I started reading more and more about Islam and fell in love with it. When I was 20, I decided to become a Muslimah. I started wearing the hijab when I was 25. That was a big decision, especially in an Islamophobic country like France. I am a social worker and a special needs educator and it became a struggle to find a job in Paris. My life in France became hell on earth.

As time passed, my hijab was more than a symbol of faith, it became a symbol of resistance and a political symbol. My hijab is political, my hijab is resistance. I am covered in tattoos so when people see me with a hijab, they’re always shocked. Some non-Muslims like to tell me that I shouldn’t have tattoos or dress this way. They’re becoming the Mufti of Paris. I just want to say “it’s between me and Allah!”
[…]
Since a young age I knew that I was queer and to be honest it never caused me any problems, maybe because I didn’t mention it and it was not even necessary. I started asking myself questions growing up in my Muslim community. When you hear things from people that you share the same faith with who reject a part of you, it hurts.

Being queer and Muslim is not a disease. We are lacking a safe space for us. We are meeting up a lot in really small groups but it’s still not enough. Some of us are scared and it’s not easy.
[…]
My dream would be to create a space for young queer people of color. A space where they can be themselves and grow up feeling proud with no guilt or no crap like that.»


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‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Come lo scorso anno, in questi ultimi giorni di Ramadan vogliamo co‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Come lo scorso anno, in questi ultimi giorni di Ramadan vogliamo co‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Come lo scorso anno, in questi ultimi giorni di Ramadan vogliamo co‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Come lo scorso anno, in questi ultimi giorni di Ramadan vogliamo co

‪#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: Come lo scorso anno, in questi ultimi giorni di Ramadan vogliamo condividere alcune opere, prodotte nel Continente e nella Diaspora, che traggono ispirazione e/o vengono influenzate dalla fede islamica dell'artista.

Dopo aver condiviso le creazioni di Tasnim Baghdadi, ci spostiamo a Observatory, Città del Capo, e presentiamo alcuni lavori della serie BARBIE & ME dell'artista sudafricana THANIA PETERSEN.

Discendente di Tuan Guru – un principe di Tidore esiliato a Robben Island alla fine del ‘700, nonché padre dell'Islam in Sud Africa –, Thania Petersen, attraverso la fotografia, rende omaggio alla sua ascendenza indonesiana ed esplora la sua identità di donna musulmana e sudafricana.

Questa ricerca, frutto delle esperienze maturate in Inghilterra, in Zimbabwe e in Corea del Sud, ha preso forma in diversi progetti artistici – tra cui la serie Barbie & Me, dove l'artista riflette un proprio dissidio interiore davanti all'obiettivo della macchina fotografica:

«Vivendo da musulmana in una società secolare, affronto delle difficoltà che le persone sottovalutano e che mi creano un continuo senso di colpa. Guardando indietro, lo faccio risalire all'età di quattro anni quando avevo solamente tre cose: il mio libro di preghiere, il borsello dove custodivo il libro, e una Barbie.

Andavo alla scuola islamica dove mi insegnavano ad essere modesta nel comportamento e nell'abbigliamento, ma quando tornavo a casa giocavo con la mia Barbie, che rappresentava l'opposto [di quello che mi veniva insegnato]. E già lì, ero in conflitto tra ciò che avrei dovuto essere e ciò che avrei voluto essere. Il desidero di essere come Barbie non svanisce, cambia. E in pratica il conflitto rimane.

Ho fotografato gli oggetti dell'infanzia e gli oggetti che uso nel quotidiano da adulta riposti nella borsa. Ho fotografato poi me stessa attraverso le tre fasi della mia vita – infanzia, età adulta e maternità – per mostrare che dissidi affrontati nel quotidiano nel corso della nostra vita si ripresentano inevitabilmente ai nostri figli.»

«My work is proudly South African and very relevant to who we are here.» 


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#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: In questa ultima settimana di Ramadan, vogliamo rendere omaggio alle#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016‬: In questa ultima settimana di Ramadan, vogliamo rendere omaggio alle

#‎MuslimArt‬ | ‪#‎Ramadan2016: In questa ultima settimana di Ramadan, vogliamo rendere omaggio alle opere, del Continente e della diaspora, che riprendono elementi dalla tradizione islamica riflettendone la dimensione artistica.

Lo scorso anno abbiamo condiviso i lavori di Arwa Abouon,Maïmouna Guerresi,Hind Bensari,Ghita Benlamlih e Mouad Aboulhana,Zoulikha Bouabdellah,Lalla Essaydi.

Quest'anno riprendiamo la serie con TASNIM BAGHDADI.

Nata a Colonia (Germania), Tasmin Baghdadi è una storica dell'arte ed illustratrice di origine marocchina.

I suoi lavori – un dialogo tra modernità e tradizione, topoi artistici del passato e arte digitale – rappresentano uno specchio delle sue identità: religiosa, culturale, artistica, di genere. E attraverso l'utilizzo di diversi media, dona contorno e colore a queste.

Nella serie Tribal Mysticism, ad esempio, evidenti sono i richiami alla tradizione Amazigh (le decorazioni sul viso e sulle mani), ma ciò che Baghdadi vuole enfatizzare nello specifico è la fallace dualità in cui il pensiero orientalista dell'Occidente circoscrive le donne musulmane: seduttrici da una parte, donne oppresse dall'altra.

«Raramente vediamo le differenze e le individualità, le svariate sfaccettature e i diversi strati delle personalità delle donne musulmane. In mezzo a queste polarità, non vi è uno spazio che rifletta la realtà delle nostre vite.»

Un pensiero che Tasnim rimarca ancor di più in 3 x Women 3 x Projections: progetto fotografico realizzato assieme a Nilgün Akinci e Seren Basogul, dove le tre artiste musulmane decostruiscono e ricreano l'immagine della donna musulmana

«Ci sentivamo in dovere di cambiare la percezione dominante legata alle donne musulmane e mostrare al pubblico tedesco (e le comunità islamiche tedesche) che le donne musulmane sono esseri viventi in primo luogo, ed hanno interessi, sfaccettature, difficoltà giornaliere, un credo personale verso la propria spiritualità. E come tutte le altre donne, possono essere tenaci, eleganti e sicure di sé.»


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 This world is a beautiful canvas filled with a mosaic of people, ideas & traditions ~ Embrace &

This world is a beautiful canvas filled with a mosaic of people, ideas & traditions ~ Embrace & enjoy the differences 


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