#non voglio più soffrire

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“E non era stupida, sapeva quel che voleva. Solamente voleva delle cose impossibili.”

Cesare Pavese, “La luna e i falò”

19 dicembre 2018

Aprì il rubinetto.

Riempì la vasca fino all’orlo.

Si guardò allo specchio, il mascara colato per via delle lacrime, le labbra morse fino a sanguinare.

Non si spogliò nemmeno.

Si infilò direttamente dentro, sgusciando via da quei vestiti troppo stretti per il suo formoso corpo.

Immerse una gamba e sentì subito il calore dell’acqua, fin troppo calda persino per lei che sentiva sempre freddo, arrivarle sino alle ossa.

Si immerse e rimase in apnea per dei minuti.

Sperava di smettere di pensare, di respirare.

Sperava di sentire meno quella voragine che le squarciava il petto e le impediva di respirare. Lo sperava.

Ma non accadde.

Le lacrime apparentemente invisibili si mischiarono all’acqua che lavò via il residuo di ogni pianto.

Si accese una sigaretta ed ingoiò quell’amarezza che ristagnava nella sua bocca.

Non sentì nulla, niente di niente, giusto il tempo di consumarla fino all’ultimo tiro.

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