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“Ogni poeta, avesse pure un miliardo di lettori, scrive per uno solo, così come ogni donna - avesse pure mille amanti - ama uno solo.”

Marina Cvetaeva, Taccuini (1919 - 1921)

Henry Miller, lettera ad Anaïs Nin, 7 giugno 1932

“Anaïs, non so come dirti ciò che provo. Vivo in un perenne stato di attesa. Arrivi, e il tempo vola come in un sogno. È solo quando te ne vai che mi rendo davvero conto della tua presenza. E allora è troppo tardi. Tu mi instupidisci.”

Henry Miller, lettera ad Anaïs Nin, 21 marzo 1932

“Adesso, vedevo chiaro dentro di me; e come si può, quando si ama, guardare ad altri che non sia quel solo da noi amato?”

Nikolaj G. Černyševskij, Che fare?

“Fra me e la vita c’è un vetro sottilissimo. Per quanto nitidamente io veda e comprenda la vita, non la posso toccare.”

Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine

“Noi non ci realizziamo mai. Siamo due abissi, un pozzo aperto verso il Cielo.”

Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine

«Adesso, che ho superato già tanti dolori e posso leggere il mio destino come una mappa piena di errori, quando non sento nessuna compassione di me stessa e posso passare in rassegna la mia esistenza senza sentimentalismi, perché ho trovato una relativa pace, lamento soltanto la perdita dell'innocenza. Mi manca l'idealismo della gioventù, del tempo in cui esisteva ancora per me una chiara linea divisoria tra il bene e il male e credevo che fosse possibile agire sempre in accordo con princìpi inamovibili».

Isabel Allende, “Il piano infinito”

“Sorreggo sul vecchio tavolo, con occhi stanchi, un’anima ancora più esausta dei miei occhi.”

Fernando Pessoa, “Il libro dell’inquietudine”

“Non sono mai a mio agio nell’immediato, mi seduce solo quello che mi precede, quello che mi allontana da qui, gli istanti innumerabili in cui non fui: il non-nato.”

Emil Cioran, L’inconveniente di essere nati

“Noi non corriamo verso la morte, fuggiamo la catastrofe della nascita, ci affanniamo, superstiti che cercano di dimenticarla.”

Emil Cioran, L’inconveniente di essere nati

“Esiste una conoscenza che toglie peso e portata a quello che di fa — e per la quale tutto è provo di fondamento tranne essa medesima. Pura al punto da aborrire perfino l’idea di oggetto, traduce quel sapere estremo secondo il quale fare o non fare un atto è la stessa cosa, e a cui si associa una soddisfazione altrettanto estrema: il poter ripetere, a ogni incontro, che nessuno dei gesti da noi compiuti merita la nostra adesione, che niente è avvalorato da una qualche traccia di sostanza, che la <<realtà>> è dell’ordine dell’insensato. Una tale conoscenza meriterebbe di essere definita postuma: opera infatti come se chi conosce fosse vivo e non vivo, essere e memoria di essere. È già passato dice costui di tutto ciò che compie, nell’istante stesso dell’atto, che viene così destituito per sempre di presente.”

Emil Cioran, L’inconveniente di essere nati

E se gli individui, piccoli o grandi, sono sempre più calati nel meccanismo della microfama, al tempo stesso capita che anche le grandi aziende cercano di piegare ai loro interessi. Le recensioni dal basso di libri (su Amazon o su Anobii) o di hotel e ristoranti (Tripadvisor) fanno girare milioni di dollari. Se un tempo grandi gruppi, anche italiani, cercavano tra i blogger i vettori della comunicazione, adesso è Twitter la nuova dimensione dove cercare di far conoscere il proprio marchio attraverso utenti noti che portano in dote decine di migliaia di follower. Sarà un caso che il Grande Fratello 2014 cercava concorrenti anche tra noti twittatori, in grado di smuovere le acque per il reality a corto d’ossigeno?

(per il resto, qui

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