#giapponese
Non avevamo ambizioni, ci mancava la voglia di investire i nostri soldi per realizzare qualcosa di grandioso, quindi non eravamo neanche interessati a risparmiare per darci alla pazza gioia. Non riuscivamo a pensare di volerci affermare nella società, non al punto da essere privati di noi stessi. Non ci andava di chinare il capo senza convinzioneo annuire contro la nostra volontà. Crescevamo a quel modo, eppure, caspita se era soffocante! In quel periodo mi è capitato più volte di pensare che in realtà avrei dovuto chiamarmi Jiyū, “libertà”, e mi sono sentita tormentata dall’angoscia. Non avevo di che preoccuparmi per quel che riguardava il mangiare e trascorrevo le mie giornate nell’ozio totale: potevo dunque dirmi libera? Che cos’è per noi la libertà?
Sakuraba Kazuki, Red girls
In altre parole, ognuno di noi è una delle innumerevoli, anonime gocce di pioggia che cadono su una vasta pianura. Una goccia che ha una sua individualità, ma è sostituibile. Eppure quella goccia di pioggia ha i suoi pensieri, ha la sua storia e il dovere di continuarla. Non lo dobbiamo dimenticare. Anche se si perde la propria individualità per essere inglobati e annullati in una qualche massa. Anzi, dovrei dire «proprio perché si è inglobati in una massa».
Murakami Haruki, Abbandonare un gatto