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La Zingarata - Oh ma che fai, dove vai?- Ho svoltato a sinistra!- E che c'è a sinistra?- So una sega

La Zingarata

- Oh ma che fai, dove vai?
- Ho svoltato a sinistra!
- E che c'è a sinistra?
- So una sega, lo zingaro quando gli gira, gira.


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SELF PORTRAIT (GRIEVING)

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“ Finché il mondo resterà diviso in Stati sovrani, ciascuno di essi si porrà il fine della potenza militare, e la conseguenza sarà il potenziamento industriale, giacché non si dà l'una senza l'altro. Che importerà ai governanti che vadano in malora l'ambiente naturale e il patrimonio artistico? Meno che niente. E meno che niente importerà, purtroppo, ai governanti, finché le necessità della difesa appariranno loro preminenti.
Il nemico anche per gli ecologi è dunque lo Stato sovrano armato. La battaglia ecologica ha una sola possibilità di riuscire vittoriosa: che venga prima vinta la battaglia antimilitarista.
Compagni marxisti mi obiettano che il principale male da combattere è il capitalismo. Compagni cattolici mi obiettano che la cosa più importante è la rinascita dello spirito cristiano. Gli uni e gli altri non danno peso alla divisione del mondo, qualcuno arriva perfino a sostenere la tesi aberrante che l'armamento è un bene, in quanto giova all'equilibrio delle forze (cioè, all'equilibrio del terrore).
Alcuni tra gli stessi compagni anarchici mi rimproverano di fare un discorso parziale: separata dalla lotta contro lo Stato, la lotta contro il militarismo sarebbe inefficace. È vero il contrario: la lotta contro il militarismo può tanto più facilmente trovare aderenti quanto più è separata dalla lotta contro lo Stato (o contro il capitalismo, o contro lo spirito anticristiano).
Lo Stato, il capitalismo, lo spirito anticristiano sono mali anche per me: ma l'era atomica ha imposto un ordine di priorità che dobbiamo rispettare. Non è che i problemi della libertà e della giustizia siano stati vanificati. Ma non è da essi che si può più partire per impostare una battaglia politica. La spinta umanitaria che ci ha costretto a occuparci di politica e a diventare antifascisti resta integralmente valida: ma in seno ad essa l'ordine di priorità nella soluzione dei problemi è cambiato. Solo la battaglia per la pace può includere anche le altre.
La battaglia per la giustizia sociale, cioè la battaglia contro il capitalismo, o quella per la rinascita dello spirito cristiano, o quella contro lo Stato, non devono diventare alibi per disertare la sola battaglia che sia possibile fare e che sia importante fare: quella contro il militarismo italiano.
Oggi come oggi non si vede come abbattere il capitalismo, o come far nascere una diffusa coscienza antistatalista. Mentre si vede come far nascere una diffusa coscienza antimilitarista, e come abbattere il militarismo italiano.
Ed ecco saltar su i pacifisti da strapazzo, cioè i guerrafondai travestiti da pacifisti: «Proprio dal militarismo italiano dobbiamo cominciare? Il disarmo non deve partire dai colossi che minacciano davvero la pace nel mondo, cioè dagli Stati Uniti, dall'Unione Sovietica, dalla Cina?» Rispondo parafrasando Lenin: «La catena del militarismo può essere spezzata in qualsiasi punto. L'Italia rappresenta uno degli anelli più deboli? Tanto meglio: vuol dire che noi italiani siamo facilitati in questa lotta. Spezzare la catena del militarismo nell'anello più debole, può diventare il nostro motto».
Certo, si tratterebbe di un intervento che porrebbe fine a un'istituzione millenaria. Ma quando mai la politica della sinistra è consistita nello stare a vedere, nel lasciar correre, nel tenere in piedi tutto quello che il passato ci ha trasmesso, nel lasciare che il mondo vada alla deriva? La politica della sinistra è sempre consistita nel rinnovare, nello svecchiare. “

Carlo Cassola,La lezione della storia. Dalla Democrazia all’Anarchia: una via per salvare l’Umanità, BUR, 1978¹; pp. 93-95.

A proposito dell'adunata degli alpini a Rimini e delle denunce fatte da donne e ragazze per le molestie subite da questi, vi invito a leggere questo post sui crimini di guerra commessi dagli Alpini. 

Il corpo degli alpini venne fondato il 15 ottobre 1872. L’alpino viene descritto come “valoroso difensore della Patria dal barbaro invasore austriaco”. Peccato che le cose erano al contrario: nel 1911-12, l’Italia partecipò alla guerra per la conquista della Libia contro la Turchia.

Nel 1915, quando l’Italia dichiarò guerra all’Austria-Ungheria, gli alpini della Divisione Pusteria occuparono il Sud Tirolo (l’attuale Trentino Alto-Adige).

L’Associazione Nazionale degli Alpini venne creata nel 1919 e l’associazione si associò direttamente alla dittatura fascista. Il regime creò il mito dell’alpino. 

Nel 1935-36, l’Italia aggredisce l’Etiopia dove l’esercito utilizzò armi chimiche contro la popolazione locale. La Divisione Pusteria combatté battaglie più cruente  di Tigrai, Amba Aradan, Amba Alagi e Tembien ed ai massacri di Mai Ceu e al lago Ashangi. Anche dopo la guerra, gli alpini di tale divisione commisero crimini odiosi. Il regime fascista creò a Bruneck, oggi Brunico, un monumento per glorificare gli alpini caduti in guerra, monumento ancora difeso ma ritenuto giustamente umiliante per i sudtirolesi.

Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, la Divisione Pusteria aggredì la Francia e poi l’URSS. Il 26 gennaio 1943 si combatté la cruenta battaglia di Nikolaevka. Gli alpini appoggiavano l’occupazione nazista in Unione Sovietica. Dei 57 mila alpini ne tornarono solo 11 mila che non solo erano vittime, ma anche dei colpevoli dei crimini di guerra commessi lì. Il fascismo strumentalizzò il loro “sacrificio”, De Gasperi fece di tutto per non far processare i militari italiani, gli alpini compresi, per i loro crimini commessi. 

Ancora oggi gli alpini non si pentono dei crimini commessi in tempi di guerra e mostrano ancora una volta i loro sentimenti nazionalisti e razzisti. Nel Sud Tirolo, gli alpini si comportano come forze di occupazione. 

Matteo Salvini dice “Viva gli alpini!” alla notizia delle molestie da parte loro verso donne e ragazze al raduno a Rimini. Il Governatore dell’Emilia Romagna, del PD, li onora pure. Tali episodi si sono ripetuti nelle passate adunate degli alpini, ma i politici, di destra e di sinistra, non ne fanno un problema minimizzando o ipocritamente prendendo distanze senza prendere provvedimenti drastici. 

E allora quando ci sono state violenze e molestie di massa verso ragazze nel capodanno a Milano dove figli di immigrati sono coinvolti hanno alzato la voce, perché se lo fanno dei militari italiani in un’adunata tutto viene minimizzato con giustificazioni e prese di distanza ipocrite o addirittura arrivare ad accusare di “esagerazione” e di “vilipendio” coloro che denunciano le molestie subite? Perché la donna deve essere sempre di “proprietà” dell’uomo italico, bianco, cristiano-cattolico, etero, cisgender. Perché gli italiani sono “brava gente”.

Intanto il governo ha istituito la giornata nazionale degli alpini da celebrare ogni 26 gennaio, data che ricorre la battaglia di Nikolaevka nel 1943 quando l'Italia affiancava la Germania nazista. Ciò significa che l'Italia è ancora un paese a memoria corta e che mai farà i propri conti con la storia.

“Whatever Pippo say I am, that’s what I’m not” Grazie al compagno G. Biagini

“Whatever Pippo say I am, that’s what I’m not”

Grazie al compagno G. Biagini per l'immagine

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