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‪#‎LeConversazioni‬: Come di consueto, tra fine giugno e inizio luglio, Capri è stata una delle corn

‪#‎LeConversazioni‬: Come di consueto, tra fine giugno e inizio luglio, Capri è stata una delle cornici di Le Conversazioni, festival letterario ideato da Antonio Monda e Davide Azzolini. E come sempre le/gli illustri ospiti hanno disquisito sul tema che ha dato vita al festival.

Dopo aver trattato di ‘rivoluzione’ nella passata edizione (avendo tra le/i protagoniste/i Teju Cole e Kwame Anthony Appiah), quest'anno Le Conversazioni ha affrontato il tema della 'diversità’ . E tra le/gli autrici/ori invitati sul palco vi è stato il vincitore del Man Booker Prize 2015, lo scrittore jamaicano Marlon James.

Il saggio di James, intitolato Why I’m (Almost) Done Talking About Diversity, ha argomentato in maniera ironica la questione 'diversità’:

«You would think our sole purpose as writers at these panels is to broaden the understanding of white people, when we could you know, talk about writing. Worse, it’s the same talk we gave last year, and the year before that, and the year before that one, going back years, and decades. Either we’re not speaking loud enough, or clear enough, or maybe nobody is listening. Maybe a diversity panel should be all white.

Think about it: A panel on diversity with no diversity on it. The outrage would be immediate, even from people of colour. And yet maybe that is what should happen. And maybe the first question should be why do we need a black person on a panel to talk about inclusion when it’s the white person who needs to figure out how to include?»

È possibile leggere l'intero saggio qui.
E guardare l'intero panel di seguito 

[photo credit: Steve Bisgrove, dalla pagina FB di Le Conversazioni]


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attiri gli occhi intriganti delle folle controcorrente,

ammaliati dal dolce sapore della diversità

e dall’ amarezza dell'ignoto.

respirisfuggenti

“ Chi lui fosse veramente, non m'interessava, e poi ci voleva poco a capirlo. Ma chi era lui per Mira, ecco, solo questo lo faceva esistere per me. Tanto nessuno esiste per sé, mi dicevo, ognuno è inventato dall'altro. Mira non è stata inventata da me giorno per giorno? E io non sono per lei una persona a me stesso sconosciuta? Ciò vale dunque anche per Walter, per tutti, e non ci vuole poco a capirlo. Perché siamo forse soltanto proiezioni altrui, quasi sempre incapaci di stabilire una connessione tra ciò che si è per sé e ciò che si è per l'altro, o ciò che un altro è per gli altri, e così via…
Nella piazza, davanti all'edicola, c'era un gruppetto di persone ferme a curiosare, attratte dai titoli dell'ultima edizione. Grandi titoli neri che annunciavano una guerra sul 38° Parallelo. Mi avvicinai anch'io per leggere. Mi domandai dove si trovava il 38° Parallelo, quale rapporto mai ci fosse tra le private mie vicende, i problemi veri o falsi inseguiti tutt'oggi, e la vicenda che si svolgeva in quell'estrema parte del globo, laggiù. Il 38° Parallelo rappresentava per ora solo un'espressione geografica, un punto di riferimento convenzionale. Ma mentre leggevo quei titoli minacciosi su otto colonne fui preso da una inquietudine strana, diversa da quella provata oggi. Mi vidi di nuovo sfollato nel triste e solitario paesino di montagna, di lì la guerra pareva lontana, lontanissima, e d'improvviso una sera il giornale arrivò con la notizia che il fronte avanzava, si spostava verso di noi, e la guerra ci avrebbe travolto tra poco, senza tanti riguardi, ci sarebbe passata addosso… Un rapporto si stabilisce sempre, prima o poi, non c'è scampo. Stavo indugiando su queste ed altre analoghe considerazioni, quando una mano mi toccò sulla spalla. “

Raffaele La Capria,Un giorno d'impazienza, Bompiani, 1976 (riscrittura dell'opera prima dell’autore, pubblicata nel 1952); pp. 77-78.

Non so perché non riesco a farmi amare. Penso di essere nata sbagliata.


Sally Rooney, normal people

La stessa esperienza ha tante versioni quante le persone che l’hanno vissuta.


Teresa Ciabatti, Sembrava bellezza

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