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First year in Afghanistan - visiting Herat city, on the Iranian border, in 2007. Living a dream ✨ .

First year in Afghanistan - visiting Herat city, on the Iranian border, in 2007. Living a dream ✨
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Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.Homeland S05E09 Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.

HomelandS05E09

Quinn (Rupert Friend) held captive with a lots of duct tape.


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Homeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episoHomeland S05E09Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.More caps from this episo

Homeland S05E09

Quinn, bound and gagged, manhandled out of a van in episode.

More caps from this episode to come….stay tuned.


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Homeland S05E08A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).Homeland S05E08A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).Homeland S05E08A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).Homeland S05E08A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).Homeland S05E08A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).

Homeland S05E08

A nice thick tapegag for Quinn (Rupert Friend).


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wolfyblake:

Questa che vi sto proponendo è una fanfiction che sto portando avanti da un annetto su EFP e da poco tempo anche su wattpad. E’ la storia che ho creato intorno a Phil Coulson, mio personaggio preferito della MCU e, di conseguenza, di Agents of S.H.I.E.L.D. , dove incontra una ragazza, senza identità, con un codice al posto del nome e zero conoscenza del mondo esterno alla realtà di reclusione che ha vissuto fino al loro primo incontro. Comincia nel 2002, circa una decina di anni prima i fatti di Marvel’s The Avengers, mese più, mese meno. 


Il dolore era insopportabile. Lo era stato la maggior parte delle altre volte in cui 3-1-7 era stata sottoposta ad esami ed esperimenti, eticamente dubbi, per riuscire a scoprire l'origine dei suoi poteri.
Durante quegli anni in cui aveva vissuto nel l'istituto l'avevano sottoposta ad un numero davvero inquietante di interventi, la maggior parte dei quali alla testa.
Le avevano innestato svariati rilevatori di ultima micro-tecnologia-neurale in modo da poter monitorare il picco di attività cerebrale durante il manifestarsi del suo “dono”. E ogni volta, puntualmente, lei li aveva involontariamente fulminati, annullando così gli sforzi dei ricercatori.
Ma in quel pomeriggio, nel preciso istante in cui uno dei medici aveva cominciato a trapanarle il cranio dietro la nuca per farvi passare una delle nano-sonde-neurali , qualcosa dentro la cavia 3-1-7 si ruppe.
No, non parte dell'osso occipitale… ma qualcosa dentro di lei, ovvero il bisogno estenuante di continuare ad obbedire. Perché? Si era chiesta.
Strinse i denti per riuscire a sopportare il dolore e fare chiarezza nella sua mente martoriata, gridò mentalmente per trovare la forza di puntellare le mani e i gomiti sul lettino. Aveva difficoltà a mettere a fuoco i propri pensieri. Poche ore prima aveva subito un trattamento psicosomatico che la costringeva ad obbedire, a non ribellarsi, e i postumi erano gravi carenze di concentrazione.
Ultimamente quel trattamento su 3-1-7 aveva sempre meno effetto e aveva ripreso a ricordare come mai fosse lì, e come mai avevano cominciato ad obbligarla ad obbedire… Semplice! Durante uno degli esperimenti, anni prima, aveva tentato di ‘ribellarsi’. Parola curiosa non trovate?! R-I-B-E-L-L-A-R-S-I.

Sentì un tonfo metallico e un rumore stridente, girò la testa e vide il medico in ginocchio con gli occhi sbarrati e gonfi di lacrime che si reggeva la testa in un urlo soffocato. 3-1-7 ne approfittò alzandosi carponi sul lettino, utilizzò le proprie sensazioni per trasformarle in una sorta di enrgia e rompere i lacci che la tenevano, respirò a fondo cercando di racimolare un po’ di auto-controllo.
Si girò verso il medico che aveva recuperato lucidità e allarmato si stava alzando a cercare probabilmente degli anestetizzanti o peggio il teaser in uno degli scaffali lì di fronte.
La paura ebbe il sopravvento su 3-1-7. Si alzò dal lettino traballando, doveva fermarlo prima che lui fermasse lei, gli afferrò un braccio e sentì la rabbia, la sorpresa e la paura dell'uomo passarle per la pelle, con l'altra mano gli afferrò il viso per intralciargli la vista e allontanarlo dagli scaffali. Lui la colpì al petto con forza, senza scrupoli, per allontanarla ma qualcosa fece *chlack*… un rumore bagnato, viscido che non proveniva dalla stanza. Solamente 3-1-7 era stata capace di percepirlo. Lo aveva provocato lei.
Con il contatto fisico della sua mano sul volto dell'uomo era arrivata a toccare la sua mente, aveva toccato la sua paura e percepito la corrente elettrica delle sue sinapsi che lavoravano veloci per elaborare un piano…e lei le aveva interrotte bruscamente.
L'uomo sbarrò gli occhi e cadde in terra con un tonfo sordo. La ragazza lo guardò terrorizzata portandosi le mani al petto come se avesse preso la scossa, aveva perso il controllo e sapeva di aver superato il limite, l'unico sua possibilità in quel momento era scappare… Si, ma come? Non aveva la benché minima idea di come poter uscire di lì, non conosceva il luogo in cui aveva vissuto per 18 anni, era sempre stata dentro le solite 20 stanze, bianche e asettiche, senza mai vedere il mondo esterno.
Il pensiero era tremendamente deprimente ma doveva sorvolare e cercare di pensare alla svelta. Non riusciva a trovare la lucidità, si guardò attorno e spinta più dalla paura e dall'istinto che dalla ragione aprì la porta e uscì nel corridoio cominciando a correre, non importava la direzione bastava non rimanere ferma, come un animale chiuso in gabbia.
In fondo al corridoio si schierarono tre agenti vestiti di nero, muniti di casco e visiera. Loro erano i guardiani, coloro che si occupavano di non far scappare le cavie, 3-1-7 li vedeva sempre fare le ronde nei corridoi a due a due.
Dei tre quello centrale le si scagliò contro, l'afferrò per le spalle e la sbatté contro il muro con una forza spiazzante. Lei rimbalzò e cadde in terra, cercò di tirarsi in piedi ma l'equilibrio le venne meno lasciandola brancolare sul pavimento con la vista annebbiata. Gli altri due le puntarono le armi contro in sincrono, in un gesto meccanico, rimanendo immobili, mentre quello che l'aveva colpita la immobilizzò.
«FERMI!» una voce fermò l'azione. Alzarono tutti gli occhi verso l'altro capo del corridoio. Il secondo medico, di cui 3-1-7 ne aveva dimenticata l'esistenza e che qualche attimo prima che lei si ficcasse nei guai era uscito momentaneamente dalla sala operatoria, li stava raggiungendo a corsa. «Me ne occupo io!» Aveva le mani alzate e mostrava qualcosa che 3-1-7 non riusciva a mettere a fuoco. L'agente che la teneva a terra allentò la presa mentre gli altri due si allontanarono tornando alle loro posizioni, e lei ne approfittò, si voltò il più velocemente possibile trasportata da una scarica di adrenalina, gli afferrò il volto come aveva fatto poco prima con l'altro uomo, lui la colpì con un pugno in bocca e *chlack*…le cadde addosso, pesante e senza vita.
3-1-7 cercò di liberarsi dal peso del corpo inerme dell'agente ma era troppo per lei, l'adrenalina la stava abbandonando lasciandola indifesa. Sbatté gli occhi per schiarirsi la vista. Vide il medico sopra di lei, cercò di toccarlo allungando una mano verso di lui, partì l'allarme che assordò entrambi e che le fece chiudere gli occhi, gli altri due agenti non avevano perso tempo e spaventati avevano preso precauzioni.
F.Z.Z.T. una scossa elettrica le passò per tutto il corpo e quasi immediatamente le mozzò il fiato lasciandola priva di sensi.


«Aiutami! Invece di star lì a tenere lo sportello…quello sta aperto anche da solo!» disse un uomo, vestito di nero, da dentro un furgone parcheggiato in un vicolo buio. «Magari se tu fossi un po’ più cortese…» rispose l'altro, con ancora il camice addosso, abbastanza spazientito.
«Oh mi scusi dottore! Le dispiacerebbe darmi una mano, sa sono un po’ incasinato qui dentro?! COSI’ VA MEGLIO PEZZO D'IDIOTA?» L'uomo con il camice bianco prese la cavia 3-1-7 ancora priva di sensi per le gambe e aiutò l'altro uomo a portarla fuori dal vano e a poggiarla sul marciapiede umido e maleodorante. «Sbrigati, falle l'iniezione e andiamocene, prima che passi qualcuno di qui…» Il dottore alzò gli occhi al cielo, prese una siringa e tre fiale dalla tasca del camice spiegazzato. «Chi vuoi che passi di qui?» Caricò la siringa con il liquido delle tre fiale e ne cominciò a premere lo stantuffo per sistemarla. In realtà per il loro scopo non importava davvero eliminare l'aria all'interno della siringa, era più un gesto abituale il suo. «Questa dose dovrebbe bastare a…» «DOVREBBE?» Lo interruppe arrabbiato l'altro.« Sii certo che la metta k.o. non voglio storie con il capo. Se scopre quello che è successo la nostra coscienza, se ne abbiamo una, sarà l'ultimo nostro rimorso.» L'uomo in nero sbatté lo sportello del furgone innervosito e spaventato. Dovevano mandare in overdose mortale la ragazza, così da lasciarla lì e farla sembrare una tossica qualsiasi, di cui nessuno si sarebbe preoccupato più di tanto. L'uomo in nero guardò l'orologio. Dovevano davvero sbrigarsi. Di solito avevano un'altra metodologia per sbarazzarsi delle prove, ma la struttura dove lavoravano era già stata trasferita per metà, insieme ad un paio di cavie che il capo aveva ritenuto più interessanti e meno problematiche per le sue esigenze di quel momento. 3-1-7 sarebbe stata l'ultima ad essere trasferita, evidentemente aveva scelto il giorno sbagliato per ribellarsi, con tutti i problemi che aveva dato durante quegli ultimi anni arrivati a questo punto dei giochi era più facile liberarsi definitivamente di lei.
3-1-7 socchiuse gli occhi senza vedere niente, solo ombre in uno sfondo semi-buio. Sussultò quando sentì un pizzicotto su un braccio e un ago freddo penetrarle la pelle…fece per gridare ma in realtà non uscì una sola nota dalla sua bocca. Ci riprovò…
Poco più in là quella sera un agente in vacanza dal suo ‘straordinario’ lavoro si stava dirigendo al punto d'incontro per un appuntamento galante con una donna che aveva conosciuto un mese prima durante una missione sotto copertura. Era contento, aveva trovato questa persona brillante e la sera si prospettava tra le più belle passate negli ultimi tempi. Tempi in cui il suo lavoro era diventato un appuntamento fisso. Non che gli dispiacesse, sia ben chiaro, amava il suo lavoro. Però, beh si sa, nella vita c'è bisogno anche di staccare la testa e trovare del tempo per se stessi.
Affrettò il passo, era in anticipo come sempre e voleva rimanerlo, girò l'angolo e… «AAAAAAAANGH!» un urlo strozzato lo raggiunse dal vicolo all'incrocio davanti a sé. Lasciò cadere a terra la piccola scatola di cioccolatini che aveva preso per l'occasione e attraversò l'incrocio non curante dell’ ALT! lampeggiante in rosso e facendo inchiodare alcune macchine.
Imbucò il vicolo e vide due uomini che gli davano le spalle, uno in piedi stava prendendo a calci un fagotto blu, che poteva essere un bimbo o una ragazza date le piccole dimensioni, mentre l'altro era chinato ad osservare la scena. L'agente non ci pensò due volte corse verso di loro e afferrò per le spalle l'uomo in piedi che cercò di liberarsi dalla sua presa ma lui lo colpì forte con un pugno prendendolo in pieno volto, scaraventandolo a terra e lasciandolo rintontito carponi sull'asfalto. Guardò il fagotto blu, prendendo atto che fosse una ragazza con un camice spiegazzato, sporco di sangue, del sudiciume del marciapiede e strappato in più punti. L'altro uomo si era scansato, facendosi da parte impaurito e schiacciando qualcosa di vetro con un piede.
L'agente si avvicinò alla ragazza cercando di capire se c'era qualcosa che avrebbe potuto fare per lei. 3-1-7 con l'aria confusa, gli occhi velati che fissavano indistintamente un punto sopra di lei, allungò una mano e afferrò la giacca dell'agente cercando di mettere a fuoco la scena, e di combattere spasmodicamente contro il cocktail che le era stato appena iniettato.
L'agente si voltò verso l'altro uomo con il camice a cui semplicemente rivolse uno sguardo rigido che gli fece alzare le mani in gesto di arresa: «La prego sono disarmato!» Anche l'Agente lo era ma non lo avrebbe rivelato, si limitò a guardarsi attorno e notò delle fialette rotte sul marciapiede e una siringa usata, si portò istintivamente una mano alla cintura spostando lo sguardo arrabbiato verso l'uomo con il camice.
«Non muovere un muscolo! Dimmi che cosa le hai iniettato.» gli ordinò l'Agente in borghese, o quasi a questo punto della vicenda.
Sollevò la testa alla ragazza delicatamente, stringendo labbra e denti in un gesto nervoso e aggrottando le sopracciglia preoccupato. Aspettava una risposta dall'uomo con il camice e invece sentì l'uomo dietro di se muoversi e un rumore metallico lo avvertì che aveva tolto la sicura all'arma. Arma a cui l'Agente non aveva minimamente pensato, e per la quale mentalmente si maledì.
Alzò gli occhi al cielo e insieme, lentamente lasciando la ragazza, anche le mani disarmate. Vide il medico correre via, scattò verso di lui velocemente per fermarlo ma l'uomo in nero ancora intontito dal pugno preso poco prima sparò senza prendere la mira. Il rumore dello sparo fece modificare la dinamica dell'azione all'agente che frenando lo scatto si buttò a coprire la ragazza con il proprio corpo per proteggerla. Sentì le portiere chiudersi e il furgone partire con una sgommata.
Sbuffò, le vacanze lo avevano davvero così rallentato? In realtà era accorso nel vicolo pensando ad una delle tante aggressioni a cui le grandi città come Los Angeles erano abituate, ma si era ritrovato in una situazione decisamente diversa, ed era stato fortunato che il colpo di pistola non fosse rivolto verso di lui.
Allentò la presa sulla ragazza sorreggendole la testa e scansandola dal proprio petto, la guardò con i suoi occhi verdi e le sorrise dolcemente, la lasciò appoggiata al proprio braccio, in modo che non tornasse a toccare il marciapiede e goffamente, data la posizione, si tolse la giacca per mettergliela addosso e coprirla, visto che il camice che indossava era in uno stato a dir poco pietoso.

«Sono l'Agente Phil Coulson, lavoro per la Strategic, Homeland, Intervention, Enforcement & Logistic Division. Sei al sicuro adesso.»

Lo disse con una calma tale che solo un'Agente dello S.H.I.E.L.D. era addestrato a mantenere. «3-1-7» rispose con un sussurro la ragazza.
«Cosa significa?» Le domandò Coulson passando due dita sulla macchia che il marciapiede le aveva lasciato sul volto. Alcune lacrime scesero dalle guance di lei, lo guardò negli occhi per alcuni istanti e perse nuovamente i sensi.
L'inoltro della richiesta di - EMERGENZA - alla base S.H.I.E.L.D. più vicina era già partito dal telefono dell'Agente dal momento in cui aveva notato la siringa in terra con le tre fiale rotte accanto. I telefoni in dotazione agli Agenti, che Coulson portava sempre attaccato alla cintura, erano muniti di tasti veloci di emergenza che spesso nelle situazioni critiche potevano rivelarsi dei veri salvavita. Infatti già si sentiva il rumore di un Quinjet in avvicinamento.

In the video Rez Dog, Rez Dirt, Demian DinéYazhi´ layers text and narration over footage of his gran

In the video Rez Dog, Rez Dirt, Demian DinéYazhi´ layers text and narration over footage of his grandparents’ land north of Ch´ínílį–Diné Bikéyah (Navajo Nation). In the voice-over, he describes returning to the reservation where he spent much of his childhood. Through the intimacy of his story and the video’s DIY aesthetic, his monologue expresses a deep emotional connection to the desert. Printed over the shaky, lo-fi footage is Joy Harjo’s poem “Returning from the Enemy,” which speaks to the profound relationship between home and land. While the simultaneity of the two texts introduces a sense of disconnection and rupture, for the artist the entwined stories are also a testament to the concept of survival. More than survival, it is a way of life that actively sustains Indigenous forms of knowledge. Learn more on whitney.org


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Κάλυμνος,Δωδεκάνησα

Kalymnos island,Dodecanese,Greece

Super agent Peter Quinn wants out, but they keep dragging him back in. The emotional toll of his time as an international killing machine means he’s consistently on a bender when given “off” time, so S4 is no different. Slug down a few bottles of whatever, sleep with the hotel manager/owner, rinse and repeat. 

What is he slugging down, however? Certainly based on quantity, it’s theoretically some plastic cap style whiskey. However, searching for “first” in relation to whiskey is not at all helpful to narrow down the brand (the same goes for “firstw-” the visible portion of his bedside bottle). There’s a good chance that, given it’s being used with such destructive behavior, this is a Hollywood fake where no brand wanted to be featured.

Any intel?

Previous editions: 

Unidentified Brown Spirits: The Walking Dead

Unidentified Brown Spirits: Merle’s Walking Dead handle

Unidentified Brown Spirits: Mad Men (and again)

Unidentified Brown Spirits: Kid Cudi’s whiskey

Unidentified Brown Spirits: Shirley’s Community booze |Prof. Hickey's Community booze

Unidentified Brown Spirits: Ben Affleck’s Argo poster

Unidentified Brown Spirits: Top Of The Lake

Unidentified Brown Spirits: This American Life

Unidentified Brown Spirits: The League

 Claire Danes, Hugh DancyOutsider Art Fair New York 2020 VIP PreviewThu, Jan 16 2020 Claire Danes, Hugh DancyOutsider Art Fair New York 2020 VIP PreviewThu, Jan 16 2020

Claire Danes, Hugh Dancy

Outsider Art Fair New York 2020 VIP PreviewThu, Jan 16 2020


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Gichigamii.Keweenaw Bay Ojibwa Community. My ancestral homeland. Woodlands on the shores of Lake Sup

Gichigamii.

Keweenaw Bay Ojibwa Community. My ancestral homeland. Woodlands on the shores of Lake Superior.


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The Black Hills.Sacred, powerful lands. The heart of Turtle Island.

The Black Hills.


Sacred, powerful lands. The heart of Turtle Island.


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Migizii// The Eagle has always been revered as a powerful messenger to the Ojibwe people. I managed

Migizii

// The Eagle has always been revered as a powerful messenger to the Ojibwe people. I managed to capture my first encounter with a Migizii, days before I was given my Native name and clan. Asin-o-Quay, Migizii Doodam. Woman of the White rocks, Eagle Clan.


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