#abbandono
Non lo so
Cosa non sa?
Che fine ho fatto.
Perché non lo sa? Dove crede essere finita?
Mi sono trovata al buio, negli occhi di chi da sempre mi guardava con ammirazione e adesso ha deciso di non vedermi più.
È come se mi avessi completamente svuotata ed io non possa percepire più alcuna emozione, se non una tremenda ansia che mi logora giornalmente.
Non ho motivi per alzarmi dal letto la mattina
Penso alle mille cose che dovrei fare
Poi mi chiedo per chi dovrei farle
Da quando non ci sei
Anche io ho smesso di esistere
Sento un peso enorme sulle spalle, ma allo stesso tempo non sento nulla, completamente vuoto
Castello di Lustignano, in vendita per 2 milioni e mezzo di Euro, interessa? E’ un po’ sciupatino, ma tutto sommato credo li valga.
“Quanto alla campagna, la differenza fra ciò che essa ha insegnato a me e ciò che essa sta insegnando a te, è ancora più enorme. Per me essa è stata la certezza di una continuità con le origini del mondo umano, e ha valorizzato, fino a dar loro carattere quasi di rito, ogni minimo gesto, ogni parola. Per te, al contrario, la campagna parla di se stessa come di una spettrale e quasi paurosa sopravvivenza. Quanto al resto, essa è un luogo esotico per atroci week-ends e per non meno atroci villette da alternare con l'atroce appartamento in città (tutto atroce per me, s'intende).” Pier Paolo Pasolini “Lettere luterane”.
Mi è rimasto solo il cuore intero, tutto il resto pulsa dolorosamente, scavando solchi incolmabili sotto la pelle. Se mi tasto le dita affondano e mi chiedo dove siano i muscoli, le ossa, i capillari: tutto mi si rivolta contro ma non riesco ad afferrarlo. Non percepisco la tua esistenza, ma la ricordo. Non riesco a catalogarti tra i miei pensieri, ma so che sei presente e mi pungoli ininterrottamente. È difficile tornare alla vita pratica quando viene tolto supporto, specialmente per me che di quotidianità sono digiuna e stanca. Condividere è sempre un rischio - inutile poi, a quanto pare - e ciò che mi brucia di più è che non si torna indietro. Se si conosce, si desidera - anche se l’immagine di te non ha più contorni, anche se ho coperto con una tela nera tutto ciò che vivevamo. Ma forse ero solo io a viverlo: forse l’unilateralità delle cose è la mia condanna - io mi sciolgo quando altre persone sentono solamente un po’ di calore. Non riesco a non pensare alla falsità, alla costruzione, alla premeditazione. Il mio cuore è tutto intero, ma io no: io ho perso - di nuovo - pezzi importanti di me che ho lasciato in te. Vorrei dirti che mi manchi, che mi manca pensarti e scriverti, che mi manca quello di cui parlavamo e ridevamo, che mi manca provare emozioni positive e sentirmi sicura nel farlo. Vorrei dirti che mi manca il modo in cui ci incastravamo pur avendo confini cozzanti, che mi manca anche l’imbarazzo e la perplessità. Continuo a esorcizzare la tua ormai assenza cercando di ricordare ogni minuto e ogni secondo di quello che è successo - mappando le dinamiche e rievocando attimi in cui c’eravamo solo noi. Era bello tenere le cose per me: mi sembrava di vivere in un mondo in cui potevo essere leggera, debole, abbracciata. Mi sento incredibilmente male per non averti visto prima, per essermi lasciata andare al rischio e non aver calcolato matematicamente che mi avresti abbandonato quel giorno a quell’ora. Non so come conciliare il desiderio di odiarti con quello di farti tornare - sono immobile nell’attesa che qualcosa cambi, ma non cambierà mai. Continuo a perdere, perdere e perdere. Chissà quando capirò che non devo addentrarmi nei legami, ma guardarli dall’alto: solo così posso essere intera, solo così posso planare ed essere avvolta dall’aria fresca - tornare a respirare.