#lavoro

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Quando la candidatura spontanea perfetta somiglia a una dichiarazione d’amore.

La strategia che ti farà fare la differenza. Un Lavoro, un unico curriculum. Obiettivo: Essere Assunto! La complicazione di trovare lavoro per i giovani e/o per chi l’ha perduto è ormai pane quotidiano ma la difficoltà di trovare un lavoro che ci piace, ci appaghi e soddisfi economicamente è frustrazione comune. Ore e ore passate al pc a sfogliare uno dopo l’altro portali di offerte di lavoro…

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La candidatura spontanea perfetta che somiglia a una dichiarazione d’amore.

 La strategia che ti farà fare la differenza. Un Lavoro, un unico curriculum. Obiettivo: Essere Assunto! La complicazione di trovare lavoro per i giovani e/o per chi l’ha perduto è ormai pane quotidiano ma la difficoltà di trovare un lavoro che ci piace, ci appaghi e soddisfi economicamente è frustrazione comune. Ore e ore passate al pc a sfogliare uno dopo l’altro portali di offerte di lavoro…

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Il web è una chance per la crisi. Qual’è l’obbiettivo del social media marketing?

Le Imprese italiane hanno speranza? Dal marketing al web marketing L’atteggiamento delle Aziende Italiane nei confronti dei social network e del web marketing è alquanto singhiozzante. Grandi Imprese e privati sono passati al business onLine con la conseguente nascita dei siti aziendali, tuttavia sono rimasti a quell’idea statica di vetrina con descrizione prodotto e servizi. I più hanno delegato…

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Sai che con Adobe Illustrator puoi allineare qualsiasi elemento nella tua area di lavoro in modo geo

Sai che con Adobe Illustrator puoi allineare qualsiasi elemento nella tua area di lavoro in modo geometricamente perfetto ed efficace simulando un campo tridimensionale ma senza la minima fatica? Eh già, Sembrerà strano ma questo è uno strumento facile da usare ed estremamente flessibile. Con la #griglia prospettica ci sono davvero infinite possibilità per i tuoi lavori… ;)

https://goo.gl/cHS6CU


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E’ davvero bello e confortante quando la vita per un po’ va nel verso giusto.

Questione di carattere

Incazzarsi, mettersi ad urlare, sbuffare e diventare sgradevoli con chi non piace è solo maleducazione. Parlare, affrontare il problema col diretto interessato, cercare soluzioni laddove possibile ed eventualmente alzare i toni senza bisogno di sbraitare, questo sì è avere carattere. Almeno secondo me.

Io sono vivo, voi siete morti

Tra buona parte dei miei colleghi e me va ingigantendosi il già grande divario che ci separa. Completamente devoti alla figura del gran capo loro, pienamente razionale e disilluso io, viaggiamo su binari differenti che hanno finito con il collocarci a distanza siderale. Riconosco in pieno i tanti meriti (prevalentemente in ambito commerciale) di colui che ci guida e dei suoi più stretti collaboratori, ne ammiro il dinamismo contagioso, ne elogio la visione imprenditoriale che ha portato lui e l'azienda ad aumentare mostruosamente il fatturato. Onore al merito, sempre e comunque. Però…eh, ci sono dei però. La gestione del personale si potrebbe piuttosto definire “spremitura” del personale, soprattutto per chi occupa ruoli di minor rilievo ma non meno importanti. Alle richieste di costoro risponde ignorandole quando va bene o facendo spallucce. La considerazione che ha di alcuni reparti è alta, nei confronti di altri c'è un più che evidente fastidio, ad una certa voglia di migliorare le condizioni presso alcune strutture si contrappone il disinteresse nei confronti di altre. Ed è palese, la cosa. Voglio dire, è davvero chiaro come il sole come ci siano figli e figliastri, in azienda, e che a far le spese di questo suo atteggiamento siano i “piani bassi”, operai in primis. Eppure sono rimasto uno dei pochi a vedere le cose come stanno, quindi a distribuire elogi quando dovuti ma critiche quando meritate. È come se gli estimatori del capo si foderassero a tal punto gli occhi da essere proprio incapaci di vedere situazioni lampanti e quand'anche sono io a far notare qualche paurosa contraddizione fra il loro giudizio acritico e la banale realtà, mi guardano stupiti/e e scuotono la testa dicendo “ma che strano”. Già, che strano vedervi completamente asserviti alla causa, che strano che non riusciate proprio a notare le incongruenze fra quanto accade quotidianamente e l'ideale del leader illuminato che vi siete creati. Che strano per me, che lavoro per lo stipendio, vedere voi vivere in funzione di un'azienda che, statene certi, in caso di necessità agirà come qualsiasi altra azienda (cosa già avvenuta in tempi diversi). In un mare di cieca idolatria nei confronti di una persona accentratrice e vanitosa, mi sento ormai una sorta di sopravvissuto che di questa Grande Famiglia è il solo a vedere l'ipocrisia. Come scriveva qualcuno, io sono vivo, voi siete morti.

Voglia di lavorare cercasi

Come sta andando il vostro pomeriggio?

La principale causa della mia ansia sono le persone;

così come la miglior cura.

GENNAIO 2020

Io: Sì, fare il servizio civile mi è piaciuto, mi ha dato tante cose e in un certo senso mi ha cambiata. In questo anno mi sono affezionata ai ragazzi, ho insegnato loro qualcosa e loro hanno insegnato qualcosa a me ma adesso non è più il tempo di fare l'educatrice, devo andare avanti con la mia vita, riprenderla in mano e concentrarmi di più sull'università per fare ciò per cui sto studiando.

GIUGNO 2020

x: Stiamo cercando degli educatori per i campi estivi, dal momento che hai fatto il civile, ti potrebbe interessare?

sempre io: Dove devo firmare?

foto imperfette dal punto di vista tecnico (la seconda e la terza scattate da dentro l'automobile) mfoto imperfette dal punto di vista tecnico (la seconda e la terza scattate da dentro l'automobile) mfoto imperfette dal punto di vista tecnico (la seconda e la terza scattate da dentro l'automobile) m

foto imperfette dal punto di vista tecnico (la seconda e la terza scattate da dentro l'automobile) ma che mi trasmettono qualcosa di particolare!


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“ Il padrone ce l’ha il cane, continuano a ripetere certi contadini toscani, mezzadri per la precisione. Ma quello è un proverbio ottimista, errato, dove si confondono l’essere e il dover essere. In realtà il padrone l’abbiamo tutti, allo stesso modo in cui tutti abbiamo una mamma e, se va bene, tutti abbiamo una casa. La schiavitù è durata tanti secoli, e in certi Paesi dura ancora, per colpa non dei padroni, ma degli stessi schiavi, i quali godevano d’una posizione privilegiata e mal volentieri si rassegnarono a perderla: mantenuti per tutta la vita insieme alle mogli e ai figli, con la pensione assicurata. È vero, il padrone poteva anche ucciderli, allo stesso modo in cui io, volendo, posso bruciare la mia casa, che sarebbe una bella mattana. Un onere troppo gravoso, di cui i padroni si sono liberati, trasformando gli schiavi in servi della gleba, poi in mezzadri e finalmente in braccianti, salariati, stipendiati. Tutta gente che viene pagata a giornata (anzi a bella giornata, perché se piove non beccano una lira) e si può licenziare a piacimento. Mogli e figli a carico.
La tendenza naturale dell'uomo a trovarsi un padrone appare anche in certe locuzioni che si sentono in bocca a persone stimate, come per esempio «al servizio della patria», oppure del Paese, della fede, del pubblico, eccetera. Sulle maniere più opportune per riconoscere, accostare, utilizzare un padrone si sono scritti libri su libri. Il più celebre porta la firma di Niccolò Machiavelli, e chi vuole può consultarlo con poca spesa e molto profitto. “

Luciano Bianciardi,Non leggete i libri, fateveli raccontare. Sei lezioni per diventare un intellettuale dedicate in particolare ai giovani privi di talento, Edizioni Stampa Alternativa/Nuovi Equilibri (collana Eretica), 2008; pp. 38-40.

NOTA: Il libro raccoglie sei ironici articoli pubblicati nel 1967 su sei numeri consecutivi di “ABC”, settimanale culturale milanese anticonformista e anticlericale che aderì a numerose campagne civili, dall’aborto all’obiezione di coscienza, alla libertà sessuale, alla laicità dello stato. Significativa fu la sospensione delle pubblicazioni di questo periodico nel 1975 dovuta secondo Lidia Ravera al titolo di copertina «Polizia assassina».

“ Il capo reparto stava in fondo e si vedeva di rado. I pezzi arrivavano sui nastri trasportatori, contati e controllati; tanti pezzi all’ora. Dopo una settimana riuscivo a seguire il ritmo del lavoro e avevo tempo ogni tanto per alzare la testa. Alzare la testa come se potessi farlo contro i miei mali e le tristi congiure.
Fuori l’inverno correva e si arrampicava su quelle querce, sopra i capannoni. La sera lo vedevo sul lago bianco e stretto.
Fino a tutto gennaio neve non tanta ma sovente, ogni due o tre giorni, senza attaccare. La guardavo dalla fabbrica e capivo che era inutile e che non avrebbe resistito.
Intanto continuavo il mio lavoro in mezzo agli altri, in silenzio, senza amicizie. Pinna non lo vedevo quasi piú e Gualatrone lo incontravo qualche volta alla mensa; ma era molto impegnato per l’amore e il partito. L’assistente sociale, dopo il trasferimento e la punizione, non l’avevo piú vista. Non andavo piú al cinema tutte le sere, perché a ora tarda era troppo freddo, anche con il cappotto.
In quel reparto del montaggio tutto mi sembrava nuovo e io stesso non avevo piú i risentimenti di prima.
Soffrivo ma con piú calma. Tutto l’ambiente, piú largo e piú luminoso, sembrava un posto inesistente, che dovesse sparire presto. Eravamo una massa confusa, che non chiedeva nulla, nemmeno a ciascuno di noi.
Eravamo tutti distratti anche se i nostri pensieri si accanivano. A certe ore nel reparto suonava la musica. Io l’ascoltavo e mi faceva bene. Spesso però mi ricordava il sanatorio, dove i malati cominciano ad aprire la radio alla mattina presto. Quando suonava la musica, il capo si alzava e cominciava a camminare su e giú nel corridoio in mezzo ai tavoli. Non guardava e non diceva niente a nessuno. Si chiamava Salvatore e faceva collezione di francobolli. In tutto il tempo che stetti con lui mi parlò soltanto due o tre volte, quando doveva farmi qualche comunicazione dell’infermeria o dell’Ufficio Personale.
Accompagnava le parole con un biglietto. Ricordo che per firmare impuntava la penna un attimo prima della esse maiuscola. Il suo silenzio era come tutto quello del reparto e nei suoi occhi non si leggevano intenzioni.
Cosí rimasi a lungo in quel posto senza seccature e ormai non m’importava piú nulla della qualifica e del lavoro.
Montare i pezzi era noioso ma anche faticoso, di una fatica che mi prendeva e mi accompagnava per tutta la giornata come un cattivo umore. “

Paolo Volponi,Memoriale, Garzanti, 1976 [1ª edizione 1962]; pp. 195-196.

Tre parole chiave estrapolate da una mail appena ricevuta! LA FELICITÀ, LA SODDISFAZIONE.. dimostrar

Tre parole chiave estrapolate da una mail appena ricevuta! LA FELICITÀ, LA SODDISFAZIONE.. dimostrare di potercela fare sempre, nonostante tutto! Proud of myself! Call me Personal Trainer e adesso ci si terrà sempre super aggiornati Non l'arrivo.. soltanto un inizio #esame #pt #personaltrainer #aipt #accademiaitalianapersonaltrainer #asi #coni #exam #proud #strength #sport #determinazione #itakewhatiwant #impegno #studio #lavoro #passion #fitness #lifestyle #healthy #knowledge #conoscenza #hardworkpaysoff #instagram #igaddict #followers #callmept


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1st may

Artist is a job.

Happy Labor Day!

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Strumenti del mestiere.

Buon 1 maggio!

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Художник - это труд.

С праздником весны и труда, друзья!

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Ma oggi si lavora? Chiedo per un'amica

Buongiorno.

Salario minimo! Perché i cittadini lavoratori e le cittadine lavoratrici hanno una dignità che non d

Salario minimo! Perché i cittadini lavoratori e le cittadine lavoratrici hanno una dignità che non deve essere calpestata da parte di nessuno, e lo stato deve tutelarla
#SalarioMinimo firma la proposta di legge @PossibileIt
#lavoro #dignità #diritti
(presso Capitole Toulouse)
https://www.instagram.com/p/CeYGo4SqqRo/?igshid=NGJjMDIxMWI=


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