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Meus amigos, meus irmãos, se vocês forem agraciados pela vida com o amor de uma mulher assim e juntoMeus amigos, meus irmãos, se vocês forem agraciados pela vida com o amor de uma mulher assim e juntoMeus amigos, meus irmãos, se vocês forem agraciados pela vida com o amor de uma mulher assim e juntoMeus amigos, meus irmãos, se vocês forem agraciados pela vida com o amor de uma mulher assim e junto

Meus amigos, meus irmãos, se vocês forem agraciados pela vida com o amor de uma mulher assim e junto com o seu coração quiserem monopolizar o seu corpo e o seu sexo, vocês estarão cometendo um duplo pecado [segundo a minha religião]: estarão negando à mulher que vocês amam as delícias e possibilidades infinitas contidas no sexo e privando todos os outros homens da terra de conhecer o paraíso através do corpo nu de sua amada. Não sejam avaros e egoístas com a felicidade: amem sem possuir, façam felizes quem vocês amam e permitam que elas façam felizes os homens que elas desejam.


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 “Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente.”-Cit.Richard Rogers(L’edificio in fot “Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente.”-Cit.Richard Rogers(L’edificio in fot

“Non si può pensare un’architettura senza pensare alla gente.”
-Cit.Richard Rogers

(L’edificio in foto è la cappella di Notre-Dame du Haut, situata a  Ronchamp in Francia, progettata da Le Corbusier, ed è considerata uno dei più celebri esempi di moderna architettura religiosa, da notare anche il notevole gioco di luci)


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Basilica is situated on Capitoline Hill, behind Il Vittoriano and close to Musei Capitolini. Church was built in XIII-th century on a place of old roman temple.

Interior in baroque style is built as a nave and two aisles which are divided by roman columns taken from different ancient monuments.

Basilica was famous for its wooden statue of Santo Bambino in Aracoeli made in XV-th century from olive wood taken from Gethsemane garden. Unfortunately statue was stolen in 1994.

In church are housed also relics of Saint Helena, mother of Constantine the Great, roman emperor.

“ Si restava cristiani perché conveniva, ma invero, quanto al miracolo, alla resurrezione… stendiamo un velo pudico su queste ingenuità.
Nondimeno bisognava pure far finta di crederci, perché uno dei tanti vantaggi del cristianesimo era quello di sviluppare lo spirito di obbedienza tra i poveri ed i subordinati: «che il povero si glorifichi della sua umiliazione, (che comodità per chi lo sfrutta!), sottomettetevi». È Dio che lo dice, la religione è un pilastro dell'ordine sociale. Inutile insistere su questi temi oggi ben noti. È proprio vero che la borghesia ha fatto della religione quello che Marx le imputò di averne fatto. L’analisi è inconfutabile, l’alienazione spirituale si unisce necessariamente a quella economica. Il cristianesimo era uno strumento di governo ulteriore, ma era necessario renderlo utilizzabile ed adatto a un tale servizio. Credere in Dio è bene per i poveri, i negri e i fanciulli. «Dio è il punto d’appoggio su cui applicare la mia leva per farli muovere».
Ma tutto questo presuppone appunto che Dio non esista. Se esiste, non posso strumentalizzarlo. Per rendere socialmente utile la religione, cosa che la borghesia ha fatto in modo magistrale, occorre che l’ente cui questa religione si indirizza sia qualcosa di inerte, senza nessun genere di autonomia. Sono io che creo Dio perché Dio trovi posto nella mia scacchiera: assai utile l’Alfiere, ma è la mia mano che lo sposta. E, di conseguenza, la religione diventa puro formalismo: liturgia, teologia, morale, vita, tutto deve essere reso formale, diventare cerimonia, astrazione, contabilità, calcolo.
L’ateismo radicale del borghese non è il rozzo machiavellismo a cui l’hanno ridotto i nostri spregiudicati moderni. Esso è legato alla sua potenza demiurgica: impossibile rimodellare il mondo senza essere del tutto affrancati dal peso di Dio. E questo borghese lo è. Sa di essere il solo capace di tale nuova creazione, e non chiede aiuto. Strano destino del borghese, questo, di servire da modello per chi più lo detesta. Quando Nietzsche, spregiatore instancabile del borghese, preannunzia l’avvento di un al di là dell'uomo sotto l’aspetto del superuomo, di chi fa il ritratto, se non di quello che è già stato il borghese? Colui che non cessava di combattere gli aveva inoculato il virus di una certa visione del mondo culminante nell'esaltazione oltre ogni limite dell'uomo senza vincoli: e tale era nella sua segreta duplicazione perfettamente mascherata, perfettamente ingannevole, il suo nemico portato al parossismo; e solo perché il borghese aveva ibernato, cristallizzato Dio, Nietzsche poteva, dopo di lui, proclamarne la morte. “

Jacques Ellul,Metamorfosi del Borghese, traduzione a cura di Eugenio Ripepe, casa editrice Giuffrè (collana Valori politici n° 13), 1972.

[Edizione originale: Métamorphose du bourgeois, Paris, Calmann-Lévy, 1967]

Sette, del Corriere della Sera 01 Agosto 2014Sette, del Corriere della Sera 01 Agosto 2014

Sette, del Corriere della Sera 01 Agosto 2014


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gowns:evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their owgowns:evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their owgowns:evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their owgowns:evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their owgowns:evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their ow

gowns:

evidence that ancient paleolithic venus statues were made by women who were examining their own bodies and sculpting them from their own point of view, not, as previously assumed, exaggerated features from an outside perspective

source:toward decolonizing gender: female vision in the upper paleolithic, catherine hodge mccoid and leroy mcdermott, 1996

Reblogging this again on Mothers’ Day, hoping that stupid Tumblr doesn’t censor art and history again.


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VOCI DI ROMA

ANCO MARZIO E IL RITO FEZIALE

“Volendo istituire cerimonie guerresche, perché non si facessero guerre senza prima averle dichiarate secondo un certo rito, fissò la procedura, tratta dagli antichi Equicoli e ancor oggi seguita dai feziali, con la quale si richiedono riparazioni. Quando il messo giunge nel territorio del popolo al quale si chiedono riparazioni, col capo bendato dice: «Ascolta Giove, ascoltate oh confini - e qui nomina il popolo a cui essi appartengono - ascolti la giustizia divina: io sono il pubblico rappresentante del popolo romano; vengo delegato giustamente e santamente e alle mie parole sia prestata fede».

Quindi espone le richieste ed invoca Giove a testimone: «Se io chiedo che mi vengano consegnate quelle persone e quelle cose contrariamente al diritto romano e divino, non permettere che io riveda mai più la mia patria». Queste cose ripete e varca il confine, quando incontra il primo uomo in territorio nemico, quando entra nella città e quando giunge al foro, mutando solo poche parole della formula.

Se non vengono soddisfatte le sue richieste, passati 33 giorni, in questo modo dichiara guerra: «Ascolta, oh Giove e tu, oh Giano Quirino e voi tutti, oh dèi del cielo, della terra e degli inferi, ascoltate; io vi invoco a testimoni che quel popolo - e qui ne fa il nome - è ingiusto e non concede il risarcimento dei danni. Ma su queste cose consulteremo gli anziani in patria, su come possiamo far valere il nostro il nostro diritto».

Tornato a Roma, il re poi si consultava col Senato e se si decideva per la guerra […] era usanza che il feziale portasse al confine nemico un'asta con la punta di ferro o bruciacchiata e tinta di sangue, dichiarando guerra e lanciandola nel territorio nemico.”

✍️Tito Livio, I, 32, 5-11 (a cura di Claudio Moreschini), BUR, Milano 2013.

(Nell'immagine: affresco proveniente dalla necropoli dell'Esquilino,tomba dei Fabii o Fannii, oggi ai Musei Capitolini.Datato alla prima metà III secolo a.C. ritrae forse un rito feziale.

ACCADDE OGGI

IL CICLO FESTIVO DEI LEMURIA

Si trattava di feste celebrate il 9, 11 e 13 maggio intitolate agli spiriti dei morti, i Lemuri. Non si conoscono cerimonie pubbliche riferite ai Lemuri, ma abbiamo testimonianza del culto domestico grazie ai Fasti di Ovidio, il quale sottolinea che nel mese di maggio erano sconsigliati i matrimoni: “La gente dice che le donne sfortunate si sono sposate nel mese di maggio”.

Gli spiriti dei morti venivano calmati con delle offerte, tra cui dei fagioli neri e, sempre secondo Ovidio, questa pratica derivava da Romolo, il quale istituì queste celebrazioni per placare lo spirito di Remo.

L'usanza era allontanare gli spiriti a piedi scalzi, lanciando fagioli neri dietro di sé per tutta la notte. Colui che prendeva parte a tale rito era il pater familias, il quale, senza voltarsi, ripeteva la formula «Manes exite paterni», cioè «uscite o spiriti degli antenati». Inoltre ripeteva per nove volte: «Dono questi, con questi fagioli neri redimo e riscatto me stesso e tutto ciò che è mio».

Successivamente la famiglia intera percuoteva dei vasi di bronzo, ripetendo sempre nove volte: «Spiriti ancestrali, andate!».

I passi sono tratti da: Ovidio, Fasti, V, 436-475 (a cura di Luca Canali), BUR, Milano 1998.

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