#sono stanca

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“Fa tutto schifo, la mia vita fa schifo, io mi faccio schifo. Questa cosa non cambierà mai.”

- Chiara

“E se la felicità non esistesse? Se fosse una pura e sana follia? se non fosse altro che una leggenda inventata per dare a noi uomini un motivo per il quale vivere. E se la vita stessa fosse una bugia?.”

- Chiara

“Ieri il mio cuore si è spezzato, vidi una cosa che mi fece così male da farmi andare in frantumi, ma continuai a fingere che andasse tutto bene.”


- Chiara

“Ci sono treni e treni, ci sono quelli che perdi e quelli che lasci partire volontariamente, ma quando ti renderai conto di doverlo prendere quel treno, e ti sembrerà troppo tardi perché in partenza, non avere paura, corri, corri più che puoi, e anche se non ci sarà nessuno dall'altro lato a tenderti la mano per farti montare su, abbi la forza di aggrapparti alla maniglia e di salirci da sola.”

- Chiara

Inauguro questo diario con una bella macchia di caffè che, spero, lasci intendere a sufficienza quanto io sia caffeina-dipendente (credo che il termine giusto sia ‘caffeinomane’, ma ha un suono spaventoso).

Avevo deciso già da ieri di comprare una nuova Moleskine (anche se i miei progetti prevedevano che fosse nera) ma non prevedevo che sarebbe stato un diario. Probabilmente questo è quello che verrebbe definito uno «spreco di risorse utili», visto che effettivamente ho così tante agende che potrei adibire a diari. Ma un po’ per questo improbabile tono di rosa, un po’ perché i miei livelli di dissociazione mentale stanno andando particolarmente fuori fase, ho deciso per questa elezione definitiva.

Ho deciso di usare uno pseudonimo. Un nome finto, ma non ha importanza, anche se forse è una cosa ridicola: il nome non sarà vero, ma lo sarà quello che è scritto qui. Come diceva Shakespeare (sono banale, lo so; oramai questa è La Citazione per eccellenza): una rosa, se chiamata con altro nome, conserva comunque lo stesso profumo.

Vorrei che quello che scrivo qui fosse reale, anche se nascosto da un nome. La mia vita non è chissà quanto movimentata, ma farò un tentativo comunque: la costanza non è una delle mie doti (e  non è che io ne abbia molte), ma vedremo di farci bastare quel miliardesimo di regolarità che possiedo.

(oggi ho un linguaggio stranamente forbito, tbh di solito non parlo così).

Detto questo, partiamo dal principio.

Chi è Beatrice?

Beatrice Raeli ha 21 anni. Ne farà 22 il 28 novembre. Come deducibile, è nata nel 1994 ed è Sagittario ascendente Scorpione. Questa infelice mescolanza zodiacale la rende un incubo per chiunque conosca un minimo di zodiaco. Soffre di sindrome bipolare e – probabilmente – di sindrome della personalità borderline. Ha un disordine alimentare, così gentilmente (!) ribattezzato ‘disturbo psicofisico’ da suo padre J. Suo padre non è la sua persona preferita. Per quanto Beatrice si sforzi, non sarà mai abbastanza per lui o per sua madre C. D’altronde, C. e J. hanno I. di cui occuparsi. I. è il Figlio Perfetto, il Figlio Giusto. Lui è tutto quello che Beatrice non è. I genitori di Beatrice (suo padre J. in particolare) non esitano a farglielo notare.

Beatrice pesa 113 kg alle ultime stime. Essendo alta 178 cm, non si è trasformata in una palla di lardo rotolante. Vuole dimagrire a ogni costo, perché è da quando aveva 8 anni che è a dieta, e davvero non ne può più. Sente che i suoi ‘disturbi’ la porteranno al suicidio, se non diventa magra al più presto. Se non può accettare la propria mente, vuole almeno amare il proprio corpo.

Beatrice ha iniziato questo diario, sperando che la aiuti a chiarificarsi, mente e corpo. Beatrice ha paura di non farcela, ed è per questo che si affida a queste ridicole soluzioni funzionali da manuale di autoaiuto. Ma Beatrice ha 21 anni ed è a dieta da quando ne aveva otto. Questo non l’ha aiutata a rimanere sana di mente, e ormai deve salvare il salvabile.

Beatrice vuole solo stare meglio. Vuole non aver voglia di mangiare senza avere fame. Vuole smettere di sentirsi in colpa ogni volta che manda giù un boccone. Vuole poter indossare un top e dei calzoncini cortissimi senza che le sue cosce sfreghino l’una contro l’altra fino a sanguinare, e senza un rotolo di pancia che strabordi oltre l’orlo dei jeans.

Beatrice vuole avere la pancia piatta. Vuole avere la pelle liscia e vuole che i ragazzi la vedano. Vuole che i ragazzi la guardino.

Beatrice non vuole vergognarsi del proprio corpo. non vuole perdere le speranze, anche se è a dieta da quando aveva otto anni ed è stanca. È così stanca che a volte alzarsi dal letto e affrontare quel mondo che le urla che finché non sarà magra non andrà bene le sembra impossibile.

Beatrice vuole – disperatamente – amarsi.

Ha iniziato questo diario perché vuole documentare il suo percorso. Benché si prospetti – ancora– lungo e faticoso, Beatrice non vuole averne paura. anzi, vuole amare anche il percorso stesso. Non vuole averne paura. vuole essere soddisfatta di sé stessa. raggiungere quell’obiettivo che inizia a sembrarle impossibile.

Beatrice vuole essere sincera con sé stessa.

Beatrice deve essere la sé stessa che vincerà.

Questo diario non conterrà tanto gli avvenimenti quanto le sensazioni, le emozioni. Forse sarà confuso, pieno di voli pindarici e discorsi senza capo né coda.

Ma magari anche questo aiuta, no?

Ora mi aspetta un dolce senza lattosio per I. da preparare. Visto che sono i primi giorni di scrittura, probabilmente mi ritroverò a scrivere più volte al giorno, ma… non so.

See you soon.

B.R.

Comunque non fa niente.
Sto bene davvero.
Magari stasera crollerò.
Ma fa niente

Spero di non essere l'unica a non sopportare più questa situazione di incertezza, di paura legata al covid. Non riesco più a fare nulla tranquillamente come prima. Esco sempre con l'ansia e me ne ritorno a casa con mille paranoie. Non sono ancora riuscita ad andare un giorno al mare o ad andare a cena in un ristorante. A tratti mi sembra di vivere in mondo parallelo, di vivere in una realtà che non è la mia.

So che devo, che dobbiamo imparare a convivere con tutto ciò, ma vi giuro che per me è davvero difficile.

“Con occhi stanchi, mi sono guardata allo specchio. Ho sospirato. Non sono più quella che ero. Devo essermi persa da qualche parte, tra una delusione e qualche falsa speranza.”

-thegirlwithdeadeyes-

“Ogni tanto almeno pensami.

Dopo tutto quanto almeno pensami.

Non ci sentiamo, non ci vediamo.

Vaffanculo almeno pensami.”

-thegirlwithdeadeyes-

“Mi sento vuota, ma così piena di emozioni come se anche la cosa più piccola potesse spingermi oltre il limite. Cosa fai quando non c'è altro che dolore dentro di te?. Come spieghi qualcosa che non capisci nemmeno tu stessa.”

-thegirlwithdeadeyes-

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