#letteratura

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Mi concedi un posto nel tuo cuore

ma non nella tua vita.

Allora ti avverto che là dentro

farò un tale casino

che il cuore rivelatore di Poe

sarà al confronto

un cuore silenzioso.

Michele Mari, Cento poesie d'amore a Ladyhawake.

Sei uno che per principio non s’aspetta più niente da niente.

Tu sai che il meglio che ci si può aspettare è di evitare il peggio.”

Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore.

(Beatrice) Per un poco pazientò, poi disse:

«A cosa pensi? Rispondimi, poiché in te i tristi ricordi del peccato non sono ancora stati cancellati dall’acqua del Letè».

Dante Alighieri, La Divina Commedia, Purgatorio, canto XXXI

Lorenzo Pataro, Bruciare la sete, Controluna Edizioni, 2018

I could be anything in the world, but I wanted to be his.

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In “Una stanza tutta per sé”, Virginia Woolf rintraccia la storia delle donne artiste, in particolare scrittrici e poetesse, cercando di capire cosa serva ad una donna per essere una artista a tutto tondo.

Sconvolgente è il fatto che delle donne non si sappia nulla prima del Settecento.

Amavano? Come trascorrevano il tempo libero? Ce l’avevano del tempo libero? A cosa pensavano? Come vivevano? Ce l’avevano questa tanta rinomata stanza per sé?

A quanto pare non sappiamo niente di tutto ciò, non ci è arrivata nessuna testimonianza, negli archivi storici non abbiamo niente se non delle leggi che impongono alla donna il ruolo di una proprietà di un uomo all’interno della famiglia, che sia il padre, il marito o il fratello.

Eppure viene naturale chiedersi come molti protagonisti di grandi opere siano di sesso femminile, e non solo, svolgono un ruolo cruciale nella narrazione, la loro importanza è pari a quella dell’uomo, anzi, è maggiore.

Abbiamo protagoniste come Antigone, Fedra, Cleopatra, Lady Macbeth, Madame Bovary, Anna Karenina…

Ma quella è la donna della letteratura. 

Nella realtà veniva picchiata, maltrattata.

E da cosa nasce così tanta rabbia verso le donne nel corso della storia?

Per Virginia Woolf la risposta è semplice: nello stesso modo in cui i ricchi spesso si arrabbiano con i poveri perché sospettano che essi vogliano impadronirsi della loro ricchezza, i patriarchi, coloro che affermano l’inferiorità della donna, in realtà si sentono minacciati dalla sua superiorità.

Ma c’è anche un’altra ragione meno evidente: forse i patriarchi non sono arrabbiati, ma semplicemente sono pieni di ammirazione e devozioni per la donna.

Così la donna diventa lo specchio che riflette la figura dell’uomo, ed è proprio per questo motivo che Napoleone e Mussolini insistevano tanto nell’inferiorità della donna, era l’unica possibilità che avevano per ingrandire se stessi.

Eppure sia per un uomo che per una donna la vita è ugualmente difficile.

Soprattutto quando cercano di reprimere un grande genio dentro di loro.

Specialmente durante gli anni creativi della loro giovinezza, lo scrittore come ogni altro artista ingegnoso, deve sopportare ogni sorta di distrazione e scoraggiamento proveniente dal mondo esterno. 

Ma per la donna tutte queste difficoltà erano ( e purtroppo ancora oggi in certi casi lo sono ancora) innumerabili.

Aggiungiamo anche tutti i diritti che le sono stati tolti e non le rimane più nulla.

Il denaro non le apparteneva, era privata da ogni tipo di consolazione come un viaggio, un’escursione, una semplice passeggiata.

Ma l’uomo non era privato da tutto ciò!

Come dice lo stesso Flauber in Madame Bovary (da sottolineare che è stato scritto da un uomo!):  “ Un uomo, almeno, è libero, può andare attraverso passioni e paesi, superare gli ostacoli, aspirare alle più inattingibili felicità. Una donna, no: una donna è continuamente impedita. Inerte e flessibile nello stesso tempo, ha contro di sé le debolezze della carne e le ingiunzioni della legge. La sua volontà, come la veletta del suo cappellino, palpita a tutti i venti, ma è trattenuta da un nastro. C'è sempre un desiderio che la trascina, una regola sociale che la trattiene!”.

Alla donna non viene data la possibilità di fare esperienza, osservare il mondo, trovare personaggi per le sue storie!

Se Tolstoj avesse vissuto rinchiuso in una casa, tagliato fuori dal mondo, difficilmente avrebbe potuto scrivere la sua più grande opera Guerra e Pace.

E come poteva fare qualcosa del genere senza un po’ di libertà materiale?

Solo nel 1800 si arriverà alla donna scrittrice che scrive come una donna, non come un uomo, con Jane Austen e Emily Bronte.

Entrambe scrivono di donne, e per la prima volta sono le donne a scrivere la loro storia e non gli uomini!

I loro libri saranno scritti con rabbia, entrambe le scrittrici sono in guerra con il loro destino, cercano di ribellarsi, eppure non possono nascondere le ingiustizie che hanno provato come donne! 

In conclusione, Virginia Woolf vuole disfare il mito dell’artista senza soldi: l’effetto della povertà e della ricchezza sulla mente sono fattori cruciali.

Il consiglio che dà a tutte le giovani scrittrici è chevi servono cinquecento sterline l’anno e una stanza con la serratura alla porta. 

Le cinquecento sterline l’anno rappresentano la possibilità di contemplare, la serratura della porta invece la facoltà di pensare per contro proprio

Perchè come dice Virginia Woolf: “La libertà intellettuale dipende da cose materiali. La poesia dipende dalla libertà intellettuale.”

Dovremmo lottare per questo, per la libertà intellettuale!

“U deshme, e njeri s'na diti.”   

“Ci siamo incrociati e nessuno l'ha saputo”   

“We come across and nobody knew.”

-thenje shqiptare 

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Semplicemente.. una vicenda particolare raccontata in maniera semplice per spiegare un’esperienza comune a tutti: il ritorno alla paura, a ciò che ci ha spaventati durante la nostra infanzia, qualcosa che nemmeno ci ricordiamo ma per cui proviamo una grande attrazione. Un ritorno senza sangue

Il libro è abbastanza corto, 100 pagine all’incirca, luogo e tempo imprecisati, nessuna introspezione psicologica dei personaggi: li conosciamo soltanto attraverso le loro vicende che vengono raccontate in modo oggettivo, come se fossero dei semplici fatti di cronaca, e sono quelle loro azioni che ci fanno capire il loro carattere, le loro paure, i loro pensieri.

Due capitoli.

Nel primo troviamo Manuel Roca, suo figlio e sua figlia Nina, la protagonista della storia. Vivono in una fattoria. Una vecchia Mercedes passa vicino alla fattoria. Arrivano quattro uomini. Sparano e uccidono Manuel Roca e suo figlio, mentre Nina è nascosta in una botola. Uno dei quattro uomini, Tito, trova la bambina rannicchiata sul fianco, con le mani nascoste tra le cosce. La lascia lì. Escono dalla fattoria. Il capo della banda dà fuoco alla fattoria. Nina si salva.

Nel secondo capitolo troviamo come protagonisti una vecchia signora, Nina e un vecchio che vende biglietti per la lotteria in un chiostro, Tito. I due personaggi si rincontrano, parlano del passato, Nina non se ne ricorda, sa solo quello che le hanno raccontato. Eppure si ricorda di Tito, quel giovane ragazzo che l’aveva trovata nella botola. Vanno in una stanza d’albergo, fanno l’amore.

Passano la notte insieme. Nina si tira le ginocchia verso il petto, stessa posizione che aveva quando stava nascosta sotto la botola. La posizione di una vecchia bambina. Dalla finestra si vede l’insegna rossa dell’albergo, che assomiglia ai bagliori di una casa in fiamme, che ricorda l’incendio da cui Nina si è salvata per miracolo. Ma lei non si ricorda niente, glielo hanno solo raccontato. Si ricorda solo di Tito. 

Per concludere, ecco una delle frasi che meglio spiega il succo della storia: “Allora pensò che per quanto la vita sia incomprensibile, probabilmente noi la attraversiamo con l'unico desiderio di ritornare all'inferno che ci ha generati, e di abitarvi al fianco di chi, una volta, da quell'inferno, ci ha salvato. Provò a chiedersi da dove venisse quell'assurda fedeltà all'orrore, ma scoprì di non avere risposte. Capiva solo che nulla è più forte dell'istinto di tornare dove ci hanno spezzato, e a replicare quell'istante per anni. Solo pensando che chi ci ha salvati una volta lo possa poi fare per sempre. In un lungo inferno identico a quello da cui veniamo. Ma d'improvviso clemente. E senza sangue.

Una lettura da fare!!

- nora @onlylove-here

Non volevo raccontarti della sua morte, ma io e te abbiamo visto abbastanza distruzione e violenza da sapere che c’è solo un modo per parlare della guerra: onestamente. Soltanto con l’onestà, possiamo conoscere la verità.


Phan Que Mai Nguyen, Quando le montagne cantano

Non sapeva quello che sapevamo noi: che le piante cresciute al sicuro nei vasi, con le radici lunghe che girano tutto intorno, non si adattano alla terra. Soltanto quelle con le radici libere, estirpate giovani in inverno, ce la fanno.

Come noi.

Paolo Giordano, Divorare il cielo

Ogni impresa gloriosa dell'uomo nasce dall'infrazione e dal peccato, ecco cosa. Che ogni unione tra esseri umani è un'unione di luce e di tenebra, anche questo matrimonio.

Paolo Giordano, Divorare il cielo

Eravamo stati una coppia di vecchietti romantici.

Andavamo a dormire la sera tenendoci per mano e ci svegliavamo all'alba con i corpi intrecciati.


Isabella Allende, Violeta

Mille anni tenebra fra l'uno e l'altra. Persino tra tre anime dannate nella stessa cella. E persino a Tel Arza, quel sabato mattina quando mamma si sedette contro un albero e io e papà posammo il capo sulle sue gambe, testa contro coscia, e mamma ci accarezzava, persino in quel momento, il più prezioso di tutta la mia infanzia, mille anni tenebra ci separavano



Amos Oz, Una storia d'amore e di tenebra

Non so perché non riesco a farmi amare. Penso di essere nata sbagliata.


Sally Rooney, normal people

Gli individui formano villaggi, i villaggi diventano paesi, i paesi si inchinano alle città, le città agli stati. Gli ordini viaggiano dal centro alle propaggini. I risultati viaggiano dalle propaggini al centro. La comunicazione è costante.


Gli oceaní non possono sopravvivere senza i rivoli d'acqua, né i robusti tronchi degli alberi senza i germogli, né il sovrano cervello senza le terminazioni nervose. Come in alto, così in basso. Come ai confini, così nel nucleo centrale.

Naomi Alderman, Ragazze elettriche

Dobbiamo accettare che i nostri sentimenti non siano contraccambiati, che le persone che amiamo non rispondano al nostro amore, o almeno non nel modo che vorremmo.


Sandor Marai, Le braci

Ma in fondo all'animo nascondevi un impulso spasmodico: il desiderio di essere diverso da quello che eri. È il tormento più crudele che il destino possa riservare a un uomo. Essere diversi da ciò che siamo, da tutto ciò che siamo, è il desiderio più nefasto che possa ardere in un cuore umano.


Sandor Marai, Le braci

Perché anche il cuore umano ha la sua notte, piena di emozioni non meno selvagge dell'istinto di caccia che attanaglia il cuore del cervo maschio o del lupo.


Le passioni legate al sogno, al desiderio, alla vanità, all'egoismo, alla furia erotica del maschio, alla gelosia, alla vendetta, si annidano nella notte dell'uomo come il puma, l'avvoltoio e lo sciacallo nel deserto della notte orientale.

E nel cuore dell'uomo esistono istanti in cui non è più notte e non è ancora mattino, quando le belve escono strisciando dal nascondigli tenebrosi dell'anima, quando il nostro cuore è agitato da una passione che si trasforma in un movimento della mano, una passione che abbiamo educato e addomesticato invano per anni, talvolta per un tempo infinito…

E non è servito a nulla, invano abbiamo cercato di negare disperatamente, di fronte a noi stessi, il vero significato di quella passione, essa si è dimostrata più forte dei nostri propositi, si è mantenuta integra e compatta. A nulla sono valsi argomentazioni e stratagemmí, la realtà è rimasta quella che era.


Sandor Marai, Le braci

gli veniva solo voglia di picchiare la tastiera.

Chiuse il file.

Il dolore degli altri lo poteva raccontare, ma la felicità no. Da quella poteva solo venire escluso.

Silvia Avallone, Da dove la vita è perfetta

O forse sì, ce la poteva fare.

A non tornare più nei luoghi dove sapeva che non c'era niente.

Si lasciò cadere sulla panchina alla fermata dell'autobus.

Silvia Avallone, Da dove la vita è perfetta

Continuò a fissare il liceo vuoto oltre il parabrezza. Il tempo che aveva perso.

Poi Emma tornò in macchina, nell'aria densa di umidità e moscerini che filtrava dalla portiera socchiusa, e lui la trascinò dietro. Le spinse la faccia contro i sedili posteriori. Le montò sopra e le strappò la camicetta. Non lo sapeva, se voleva ucciderla oppure scoparla.

Le sganciò il reggiseno, le abbassò i jeans. Emma, di profilo, soffocata contro lo schienale, non protestava affatto. Lo sfidava. Il suo occhio lucente nella notte nera diceva: Avanti, fammi vedere di cosa sei capace. Allora Fabio si slacciò la cintura con una mano. Con l'altra continuava a tenerle la testa. Ma c'era troppa perfezione, troppa sicurezza in lei. E la furia che provava era solo disperazione.

L'aveva portata laggiù perché avrebbe dovuto essere tutto come a diciott'anni. Invece non lo era, non avrebbe più potuto esserlo.


Silvia Avallone, Da dove la vita è perfetta

Disse che quando si parla di scrittura non esistono regole. Basta studiare le vite dei poeti e dei romanzieri, e quello in cui ci si ritrova è un puro e semplice caos, un papocchio infinito di eccezioni. Il motivo è che scrivere è una malattia, continuò Tom, una cosa che si potrebbe definire un'influenza o infezione dello spirito, e quindi può colpire chiunque in qualsiasi momento. Gio vani e vecchi, forti e deboli, alcolizzati e astemi, savi e folli. Se scorri l'elenco dei giganti e semigiganti, scoprirai autori che hanno incarnato ogni orientamento sessuale, ogni po sizione politica e ogni caratteristica dell'uomo - dal più altero idealismo alla più maligna corruzione. Erano crimi nali e avvocati, spie e medici, soldati e zitelle, viaggiatori e sedentari. E se non si poteva escludere nessuno, cosa impe diva a un ex assicuratore quasi sessantenne di entrare tra le loro fila? Quale legge escludeva che Nathan Glass fosse stato colpito dalla malattia?

Paul Auster, Follie di Brooklyn

Cos'è la vita: una trama di rapporti cerimoniali per tenere insieme qualcosa d'inconsistente


Gianni Celati, Narratori delle pianure

Ben avvolti nella plastica per non prendere polvere, c’erano i nostri pupazzi: orso – strappai la plastica –, coniglio, scimmia, cane, zebra.

Me ne strinsi uno al petto, uno a caso, erano stati sempre qui, al sicuro.

Quanta malinconia.

Solo ora capivo quanto fosse sconosciuto ciò che è familiare.

Quanto stranamente opaco ciò che abbiamo visto mille volte. E quanto inconsolabile la perdita.


Teresa Ciabatti, Matrigna

La nostra intesa mentale, quanto valeva e bastava. Accoccolarsi su di lui, riscaldare i piedi tra le sue gambe, inverno estate - sempre stata un tipo freddoloso, io e non doversi lamentare dell'ingiustizia, Davide sapeva, la testa sulla sua spalla.


Teresa Ciabatti, Matrigna

In altre parole, ognuno di noi è una delle innumerevoli, anonime gocce di pioggia che cadono su una vasta pianura. Una goccia che ha una sua individualità, ma è sostituibile. Eppure quella goccia di pioggia ha i suoi pensieri, ha la sua storia e il dovere di continuarla. Non lo dobbiamo dimenticare. Anche se si perde la propria individualità per essere inglobati e annullati in una qualche massa. Anzi, dovrei dire «proprio perché si è inglobati in una massa».



Murakami Haruki, Abbandonare un gatto

La casa dei libri, il nuovo film di Isabel Coixet arriva nei nostri cinema

la casa dei libri

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“La casa dei libri” il cui titolo originale è The Bookshopè il film di genere drammatico diretto dalla regista e sceneggiatrice spagnola Isabel Coixet,conEmily Mortimer e Patricia Clarkson. L’uscina nei nostri cinema è prevista per il 27 settembre 2018. La pellicola sarà distribuita da BIM e Movies Inspired.

La casa dei libri, un matrimonio pefetto tra cinema e letteraturaLa…

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Feci per alzarmi, ma qualcosa mi spinse brutalmente sul pavimento.
Opposi resistenza, mi scomposi, infine caddi.
Le piastrelle non erano così fredde ed io non ero spaventata.
Pensai che pregare era proprio una gran fregatura, specie se qualcuno lo aveva già fatto per te.

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